Che cos’è la risonanza magnetica della colonna?
La risonanza magnetica è una tecnica di diagnostica per immagini non invasiva; consente di visualizzare l’interno dei diversi distretti corporei, grazie all’applicazione di un campo magnetico ad alta intensità e onde di radiofrequenza. La risonanza magnetica non prevede l’uso di radiazioni ionizzanti.
A cosa serve la risonanza magnetica della colonna?
Lo studio RM della colonna vertebrale in uno o più segmenti consente la valutazione dei rapporti tra le strutture disco-legamentose e ossee e le radici nervose, dimostrando la presenza di conflitti disco-radicolari alla base di numerosi disturbi dolorosi.
L’esame permette di valutare il midollo spinale e i relativi rapporti con le strutture discali e ossee.
Questo esame permette infine di identificare (seppure con dettagli talvolta inferiore alla TC) anche lesioni ossee vertebrali.
Come funziona la risonanza magnetica alla colonna vertebrale?
Il paziente viene fatto accomodare sul lettino, in posizione supina, e viene invitato a rimanere immobile per la durata dell’esame. Il lettino entra all’interno del macchinario, dove viene applicato un campo magnetico a elevata intensità. Gli atomi che costituiscono il corpo umano acquistano energia e si orientano in base al campo magnetico prodotto. Una volta disattivato il campo, gli atomi rilasciano l’energia ed emettono un segnale, per poi tornare al loro solito orientamento. Il segnale viene captato dal sistema, che procede poi all’elaborazione delle immagini. L’esame potrebbe richiedere la somministrazione di un mezzo di contrasto per via endovenosa.
La risonanza magnetica alla colonna vertebrale è pericolosa o dolorosa?
L’esame non è doloroso ed è innocuo.
Ci sono controindicazioni?
In genere la risonanza magnetica si esegue a digiuno.
I pazienti portatori di pacemaker, dispositivi ad attivazione magnetica (elettrodi e neurostimolatori) e protesi, è bene che si confrontino con il proprio medico. I nuovi materiali che compongono questi dispositivi infatti sono spesso compatibili con la risonanza magnetica.
La risonanza magnetica è sconsigliata nei primi due mesi di gravidanza.