Tra i disturbi della menopausa ci sono anche gli episodi di tachicardia, definiti da un sensibile aumento della frequenza cardiaca a riposo (oltre i 100 battiti al minuto).
Rispetto ad altri sintomi correlati alla fine dell’età fertile, di tachicardia in menopausa si parla poco ma è un disturbo frequente, avvertito soprattutto durante le ore notturne.
L’aumento della frequenza cardiaca è legato alla diminuzione degli estrogeni, ormoni sessuali presenti in grande quantità nelle donne in età fertile. Le disfunzioni cardiovascolari sono tra le conseguenze più comuni del calo estrogenico tipico della menopausa, insieme ad altri disturbi come le vampate di calore, gli sbalzi di umore e la riduzione della densità ossea. In generale il rischio cardiovascolare è più alto negli uomini rispetto alle donne, poiché la produzione di estrogeni ha un effetto protettivo contro l’aumento del colesterolo nel sangue. Dopo i 45-50 anni, invece, il rischio è maggiore nelle donne.
Esistono alcune buone abitudini da mettere in pratica per contrastare la tachicardia in menopausa, ad esempio:
- Seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura e povera di sostanze eccitanti come alcol o caffè
- Abituarsi a bere molto: la frequenza cardiaca infatti aumenta quando l’organismo è disidratato
- Praticare attività che favoriscono il rilassamento, come lo yoga e la meditazione
Infine, alle donne che soffrono di tachicardia si consiglia di recarsi dal cardiologo una volta l’anno, per misurare e monitorare la funzionalità del cuore. Se i sintomi della menopausa incidono pesantemente sulla qualità della vita, il medico potrà prendere in considerazione la terapia ormonale sostitutiva, utilizzata in alcuni casi per riportare i livelli di ormoni sessuali a livelli accettabili.