Lo sbiancamento dentale è il trattamento estetico che, grazie al perossido di idrogeno e a una particolare lampada, schiarisce il colore dei denti permettendo di recuperare il “colore perduto”. «Un’insufficiente igiene orale favorisce il deposito della placca dentale e la sua successiva evoluzione in tartaro», osserva il dottor Antonio Cristiano, responsabile del Centro.
Denti più bianchi: un desiderio che può diventare realtà al Centro odontoiatrico di Humanitas Cellini. Il merito è dello sbiancamento dentale, un trattamento estetico che, grazie al perossido di idrogeno e a una particolare lampada, schiarisce il colore dei denti. «Lo sbiancamento dei denti prevede una seduta nel corso della quale il perossido di idrogeno viene applicato sui denti con apposite mascherine attraverso le quali passa la luce proiettata al fine di ottenere il risultato voluto», spiega il dottor Antonio Cristiano, responsabile del Centro odontoiatrico.
Dottor Cristiano, che cosa determina il colore dei nostri denti?
«È l’azione della dentina, una sostanza compresa tra lo smalto, il cemento alla radice del dente e la polpa. La dentina contiene sfumature grigiastre, rossicce e giallognole, che traspaiono più o meno intensamente dallo smalto sovrastante che di per sé è traslucido. Pur essendo un materiale particolarmente resistente e mineralizzato, lo smalto conserva una certa porosità e può quindi lasciarsi attraversare da sostanze e particelle capaci di cambiare il colore alla dentina e allo stesso smalto».
È quindi “colpa” della dentina se i nostri denti sono meno bianchi di quanto vorremmo?
«Ciascuno di noi ha il suo colore dei denti, un po’ come succede per pelle e capelli. Per alcuni, il colore è molto distante dal bianco e, anche per i più fortunati, il bianco puro rappresenta soltanto un miraggio».
Quali sono i principali nemici dei denti bianchi?
«Il fumo di sigaretta, i collutori con clorexidina, il naturale invecchiamento e i pigmenti alimentari come quelli contenuti nel caffè, nel tè, nella liquirizia, negli spinaci e nel vino rosso, ma anche nei coloranti artificiali aggiunti alle bevande o ad altri prodotti alimentari».
Un’igiene orale difettosa può contribuire ad accelerare questo processo?
«Un’insufficiente igiene orale favorisce il deposito della placca dentale e la sua successiva evoluzione in tartaro. Il colorito giallognolo di quest’ultimo, combinato con l’effetto barriera della placca, spengono a poco a poco la brillantezza del sorriso e determinano un assai poco gradito cambiamento di colore della dentatura. Le particelle colorate di alimenti, bevande e fumo, aderiscono infatti molto meglio e in maniera più tenace alla placca matura e al tartaro rispetto allo smalto. Il risultato finale è che i denti appaiono scuri, gialli, sempre più opachi e meno brillanti. Sicuramente la pulizia dei denti aiuta a prevenire l’ingiallimento dei denti ed è consigliato eseguirla almeno una volta ogni 6/12 mesi».
E per recuperare il “bianco perduto”?
«Per riportare il colore dei denti al bianco e alla luminosità di un tempo è possibile scegliere tra diverse tipologie di trattamenti sbiancanti, rapidi e non invasivi. Con un’avvertenza: sottoporsi a questi trattamenti significa nel migliore dei casi riportare il colore della dentatura all’antico splendore, fino a schiarire leggermente le tonalità conferitegli da madre natura».
Come funziona lo sbiancamento dei denti?
«La procedura sfrutta l’azione di agenti sbiancanti chimici ad alta concentrazione, potenziati da specifiche lampade che ne favoriscono l’azione in profondità. Il mezzo sbiancante più diffuso è costituito da un gel a base di perossido di idrogeno che, una volta esposto a particolari fonti luminose, si attiva liberando ossigeno. Questo gas penetra nella struttura del dente e innesca reazioni di ossido-riduzione che scompongono le molecole delle macchie in composti più piccoli, incolori e facilmente eliminabili. L’intensità dello sbiancamento dipende dalla concentrazione del principio attivo e dal suo tempo di posa sui denti. In ogni caso, compatibilmente con l’esperienza del dentista, un intervento professionale garantisce il miglior risultato possibile, minimizzando effetti indesiderati come eccessiva sensibilità termica e irritazione gengivale. Leggere gengiviti e maggiore sensibilità ai denti tendono comunque a presentarsi al termine del trattamento, ma regrediscono spontaneamente nelle 24-48 ore successive».