Una correlazione tra reflusso gastroesofageo e stress esiste, ma non è così chiara come si potrebbe pensare.
Secondo alcuni studi lo stress non è causa diretta della malattia da reflusso, ma va inquadrato come un fattore di rischio per lo sviluppo di stili di vita errati, che a loro volta provocano la risalita di succhi gastrici attraverso l’esofago.
In questo quadro, le cause vere e proprie di sintomi come il bruciore di stomaco o il rigurgito sono di natura anatomica, alimentare, funzionale, ormonale o farmacologica; lo stress interviene solo indirettamente, in quanto peggiora l’alimentazione e ostacola la qualità del sonno, rallentando la motilità dell’apparato digerente.
Condurre una vita frenetica, saltare i pasti, masticare di fretta e assumere quantità elevate di junk food (il cosiddetto “cibo spazzatura”) sono abitudini scorrette molto diffuse in età lavorativa ed esacerbate dallo stress.
Altri studi, invece, evidenziano un legame più diretto tra reflusso gastroesofageo e stress: periodi intensi di ansia, agitazione e nervosismo inducono un’attivazione eccessiva dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che controlla le reazioni fisiologiche agli stati emotivi. Questa iperstimolazione aumenta la produzione di succhi gastrici e danneggia la mucosa protettiva dello stomaco, favorendo la risalita di acido e bile attraverso l’esofago.
In ogni caso, il ruolo dello stress nella malattia da reflusso appare decisivo. È importante rimuovere le cause che lo provocano, dedicare del tempo a se stessi, curare l’alimentazione e adottare pratiche di rilassamento come la meditazione o lo yoga.