Sei medici dalle competenze specifiche (spalla, ginocchio, anca e mano) che lavorano insieme facendosi carico di patologie sportive e degenerative tra le più frequenti e impegnative.
Responsabile di reparto è il dottor Roberto Ravera.
«Funzioniamo come un vero e proprio gruppo ospedaliero: sei medici specialisti che vantano una o più competenze specifiche ma che lavorano tutti insieme nella gestione dei pazienti. Un autentico “special team” che si fa carico di interventi complessi e molto impegnativi». Con queste parole il dottor Roberto Ravera introduce il reparto di Ortopedia II della Clinica Cellini di cui è il responsabile. «Eseguiamo interventi di chirurgia ricostruttiva e di chirurgia protesica e svolgiamo anche il ruolo di consulenti scientifici per aziende di primaria importanza – prosegue il dottor Ravera -. Non ci occupiamo di schiena e piede, il resto è di nostra piena competenza: dagli interventi ricostruttivi di tipo legamentoso che sono caratteristici della patologia sportiva a quelli di protesi a ginocchio, spalla e anca che rappresentano una parte importante delle patologie degenerative».
Assieme al dottor Roberto Ravera, specializzato nel trattamento di spalla e ginocchio, figurano nel reparto di Ortopedia II della Clinica Cellini il dottor Umberto Mariotti (spalla), il dottor Gianpiero Brogliatti (anca), il dottor Raffaele Prencipe (mano), il dottor Carlo Viglino (ginocchio) e la dottoressa Maristella Basso («È la nostra supervisor, a lei è affidata anche l’attività gestionale del reparto», spiega il dottor Ravera). «Gli interventi eseguiti nel nostro reparto necessitano di un’adeguata esperienza e di una mano sicura – aggiunge il medico responsabile – e pertanto non sono alla portata di tutti. Accanto all’attività più ordinaria si collocano interventi meno frequenti e che richiedono competenze specifiche, come la trasposizione muscolare della spalla, capace di dare risultati importanti soprattutto tra i pazienti più giovani, o l’artrodesi della spalla, intervento raro e particolarmente complesso».
Il dottor Roberto Ravera s’è formato negli Stati Uniti negli anni ’90 («Alla scuola di San Diego che mi ha consentito di essere tra i primi in Italia a eseguire determinati interventi artroscopici», precisa) e prima di approdare, nel 2007, alla Clinica Cellini ha lavorato a lungo per gli ospedali Cto e San Luigi. Nel suo curriculum figurano svariati interventi chirurgici eseguiti su atleti di primissimo livello: dalla spalla di Gianluigi Buffon, “sistemata” nel 2005 alla vigilia dei Mondiali che avrebbero dato all’Italia il quarto titolo mondiale, a quella di Martin Caceres, operata in artroscopia lo scorso 9 marzo. «Ho operato atleti professionisti di diverse discipline – precisa il dottor Ravera -, interventi molto appaganti dal punto di vista professionale che richiedono un’applicazione perfetta anche per via della grossa cassa di risonanza che li contraddistingue. Operare un calciatore famoso può rendere il medico molto conosciuto e stimato, anche al di fuori dei confini nazionali, ma lo può esporre allo stesso tempo a uno stress rilevante: il campione esige una guarigione perfetta e sollecita tempi di recupero che non sempre coincidono con la volontà del chirurgo. A quest’ultimo compete perciò anche la capacità di restituirgli la piena funzionalità attraverso una cura che va ben oltre il solo intervento chirurgico».
Interventi chirurgici che riguardano i campionissimi ma anche i cosiddetti atleti della domenica. «Come ci si fa male? In tanti modi, ma soprattutto facendo sport senza l’adeguata preparazione tecnico-fisica – conclude il dottor Ravera -. È invece necessario affrontare la performance sportiva con la giusta concentrazione e con una preparazione fisica all’altezza. Con il corretto approccio all’attività sportiva, anche l’atleta non professionista vedrà ridotte le possibilità di farsi male in modo serio».