Arriva in Humanitas Cellini la tecnologia di eccellenza che rivoluziona la diagnosi dei tumori della pelle, come il melanoma, e che permette di seguire nel tempo l’evoluzione di un neo sospetto.
Ne parliamo con la dottoressa Angela Karoline Pantaleo, Chirurga dermatologa di Humanitas Cellini e con il dottor Lamberto Zocchi, dermatologo in Humanitas Cellini e Clinica Fornaca.
Uno strumento di ultima generazione utilizzato per l’analisi digitale dei nei e delle macchie della pelle, con cui si acquisiscono immagini prima cliniche e poi microscopiche ad alta definizione per diagnosticare precocemente i tumori della pelle: si tratta del Fotofinder, strumento al servizio dello specialista dermatologo che permette di eseguire la videodermatoscopia digitale computerizzata e che da pochi mesi è a disposizione in Humanitas Cellini.
Perché il Fotofinder è innovativo?
«Grazie all’ottica a epiluminescenza possiamo scattare foto panoramiche della pelle e ingrandire i nei e le lesioni cutanee sospette, in modo da fare una diagnosi precoce di melanoma» – afferma la dottoressa Angela Karoline Pantaleo, che continua: «I dati confermano che negli ultimi anni c’è stato un aumento dell’80% dei tumori della pelle: la diagnosi di un tumore ad altissima malignità in tempi rapidi può davvero salvare al paziente la vita».
La videocamera dotata di particolari led polarizzati, che permettono un’analisi più profonda della pelle, è controllata da un software che garantisce condizioni di acquisizione dell’immagine costanti nel tempo.
Commenta il dottor Lamberto Zocchi: «Sì, la vera innovazione apportata dal Fotofinder è appunto che il macchinario memorizza e archivia digitalmente le immagini delle lesioni più atipiche.Questo ci permette, a distanza di 4-8 mesi, di ripetere l’esame e di andare a valutare in maniera oggettiva le eventuali modificazioni intercorse. Il concetto alla base di questa valutazione è semplice: una lesione benigna rimane stabile nel tempo, o cambia poco, mentre al contrario una lesione maligna, per via della sua crescita incontrollata, cambia inevitabilmente».
Come avviene la mappatura dei nei con il Fotofinder?
«L’esame con Fotofinder è indolore e non invasivo, adatto a tutta la famiglia, che sfrutta una tecnologia ottica a contatto della pelle più avanzata rispetto al più comune dermatoscopio manuale» – dice Zocchi.
«Si tratta di un macchinario a sostegno della competenza ed esperienza del dermatologo: non viene fatta una foto di tutti i nei del corpo, ma di quelli che lo specialista reputa più sospetti, che possono far scaturire un dubbio di lesione in atto o che si pensa che nel tempo possano subire una mutazione che può quindi essere indice di una patologia» continua la dottoressa Pantaleo.
Chi deve sottoporsi a screening con Fotofinder?
«I pazienti con un numero importante di nei, dai 20 in su, con forme e colori strani che cambiano velocemente nel tempo, o ancora pazienti delicati, cioè con una storia oncologica alle spalle o che abbiano tolto già un melanoma» afferma la dottoressa Angela Karoline Pantaleo.
Quanto è importante la prevenzione?
«La prevenzione è fondamentale. Tenendo conto del fototipo della persona, delle sue abitudini nell’esposizione al sole, del suo numero dei nei, se c’è una familiarità con patologie oncologiche della pelle o se il paziente ha una patologia tumorale in corso. Di norma ci si rivolge al dermatologo quando il problema è già in atto, mentre è opportuno fare una visita di controllo in un’ottica di prevenzione, affidandosi a strumentazioni nuove e sempre più efficaci come il Fotofinder, che possono davvero salvare la vita al paziente grazie alle tempistiche diagnostiche» prosegue la dottoressa Pantaleo.
Cosa succede quando dopo la visita viene fatta una diagnosi di tumore della pelle?
«In Humanitas Cellini abbiamo un team multidisciplinare» – conclude il dottor Lamberto Zocchi. «In caso vi si sia il sospetto di un tumore della pelle, il paziente viene sottoposto ad anestesia locale e viene praticata una rimozione chirurgica della lesione. Successivamente, il campione prelevato viene mandato all’anatomia patologica e, in tempi ridotti, avremo una diagnosi dettagliata che ci permetterà di stabilire il miglior percorso terapeutico da intraprendere».