L’Ortopedia II di Humanitas Cellini diretta dal dottor Roberto Ravera è un gruppo affiatato con spirito di squadra: ognuno ha il suo ruolo di punta, ma la collaborazione e l’adattabilità sono le parole chiave.
Dottor Ravera, di che cosa si occupa insieme alla sua équipe?
«Il nostro campo di azione spazia dalla chirurgia ricostruttiva e protesica di spalla, ginocchio, anca e mano, fino alla traumatologia articolare, con la cura di lesioni legate alle attività sportive come ricostruzioni dei legamenti, stabilizzazioni, lussazioni di spalla eccetera. Nello specifico il sottoscritto si occupa in maniera elettiva di chirurgia della spalla e del ginocchio dal 1991. Nel nostro gruppo ognuno ha la propria ultraspecializzazione, ma nessuno si occupa di un solo distretto corporeo».
Gioco di squadra
«Lavorare in team è importantissimo: l’intervento di gruppo crea un risultato sicuramente migliore. L’equipe che dirigo è composta da nove chirurghi ortopedici e possiamo dire, entro certi limiti, di essere intercambiabili. La nostra adattabilità ci permette di gestire diverse patologie: ogni chirurgo ortopedico è in grado di aiutare o di essere il primo chirurgo all’interno del gruppo. Funzioniamo come un’unità ospedaliera e qui in Humanitas Cellini facciamo almeno 600 interventi l’anno, tra chirurgia protesica ed artroscopica. L’alta casistica, quindi l’abitudine a ripetere gli interventi per centinaia di volte, è garanzia di successo e qualità nei risultati, ma non va mai dimenticato che ogni operazione riguarda una persona, e diamo sempre il massimo in attenzione e tutela del paziente».
Centro di formazione nazionale
«Humanitas Cellini è un centro di di riferimento nazionale e internazionale per la formazione sulla chirurgia della spalla, sia per la chirurgia protesica sia in campo ricostruttivo sportivo. Partendo da tutta la nostra esperienza sulla chirurgia computerizzata stiamo arrivando al prossimo traguardo: la chirurgia attraverso l’uso della realtà virtuale».
Qual è la differenza tra ortopedico e fisiatra?
«Il fisiatria si occupa di patologie infiammatorie, anche in parte degenerative, che possono essere gestite con trattamenti riabilitativi fisioterapici, mentre quando ci si trova davanti a una lesione organica anatomica deve intervenire l’ortopedico chirurgicamente. Quindi anche con la figura del fisiatra c’è stretta collaborazione: per esempio non tutte le artrosi si operano chirurgicamente, alcune forme iniziali possono trovare beneficio nel trattamento riabilitativo. Altre volte indirizziamo un paziente ai colleghi fisiatri per fare un percorso fisioterapico preparativo a un intervento chirurgico. Ma se si tratta della rottura tendinea di una cuffia dei rotatori, ritardare la corretta diagnosi e l’intervento chirurgico può compromettere il recupero della completa funzionalità.
Chi riceve il paziente in prima battuta deve essere in grado di capire, attraverso un’accurata visita clinica e con esami strumentali (dai profili radiologici standard alla risonanza magnetica alla TC eccetera) qual è l’entità della patologia».