Il professor Paolo Borrione presenta l’ambulatorio di Humanitas Cellini: «È diagnostico per quanto riguarda l’intera Ematologia, diagnostico e terapeutico per coagulazione, patologie croniche e patologie autoimmunitarie». Il Covid-19 ha impattato sui pazienti ematologici favorendo l’incidenza di ipercoagulabilità e malattie autoimmuni.
«Anche in ambito ematologico l’emergenza legata al Covid-19 ha impattato fortemente sui pazienti. In molti casi, soggetti fragili hanno preferito non recarsi in ospedale per la paura di un eventuale contagio pur sapendo di essere immuno-compromessi e quindi a maggior rischio infettivo. Hanno così saltato controlli programmati, favorendo l’instaurarsi di situazioni più gravi di quelle precedenti». Il professor Paolo Borrione, responsabile dell’ambulatorio di Ematologia di Humanitas Cellini, commenta con queste parole l’effetto indiretto che il Coronavirus ha generato sui suoi pazienti.
Professor Borrione, facciamo un passo indietro e partiamo dall’Ematologia: di cosa si occupa?
«L’Ematologia si occupa di tutte quelle patologie che colpiscono il sangue e gli organi linfatici. Del sangue cura la componente cellulare e liquida: in parole molto semplici, spazia dall’aumento o riduzione di piastrine, globuli rossi e bianchi ai disordini della coagulazione in senso trombotico ed emorragico. Degli organi linfatici (linfonodi, milza, timo) si occupa sia delle caratteristiche tumorali sia delle reazioni a patologie infettive come, ad esempio, la mononucleosi che può interessare linfonodi e milza».
Si tratta di una specialità che comprende una collaborazione con altre branche mediche?
«Certo, innanzi tutto con le branche chirurgiche quando vengono operati pazienti che necessitano di profilassi antitrombotica o che possono avere disturbi della coagulazione. Ma c’è stretta collaborazione anche con altre specialità: ad esempio con la Neurologia per casi di trombosi o ictus, o con la Ginecologia per quelle gravidanze a rischio che possono avere ripercussioni su aspetti coagulativi o comunque ematologici. È una collaborazione bidimensionale che vede l’ematologo contribuire in modo importante al percorso di cura del paziente».
Di cosa si occupa il suo ambulatorio in Humanitas Cellini?
«È un ambulatorio eminentemente diagnostico per quanto riguarda l’intera Ematologia, diagnostico e terapeutico per coagulazione, patologie croniche e patologie autoimmunitarie. In ambulatorio trova spazio anche la sola diagnosi di patologie a carattere acuto che vengono poi curate altrove».
Torniamo al Covid-19 e all’impatto prodotto sui pazienti ematologici: cosa è accaduto?
«Il Covid-19 ha agito in maniera molto importante sotto due aspetti. In primis, con un’accresciuta incidenza di ipercoagulabilità, vale a dire la tendenza del sangue a formare coaguli con una frequenza superiore al normale: lo abbiamo visto durante le infezioni da Covid-19 e lo vediamo anche ora nei casi di “Long Covid Syndrome”. Inoltre, dopo aver contratto il Covid-19, molti pazienti stanno affrontando l’insorgenza di. Pu una malattia autoimmune: piastrinopenie, anemie emolitiche, lupus, artriti reumatoidi. Nei primi due casi, i dati pre e post Covid sono inoppugnabili e dimostrano che non si tratta di patologie pre-esistenti. Dal punto di vista immunitario, il Covid-19 può indurre disordine e correla con la gravità del quadro clinico avuto dal paziente: più grave è stato l’attacco del virus e maggiore risulta la problematica immunitaria».
Che invito si sente di rivolgere ai suoi pazienti?
«Dal momento dell’inizio della pandemia ho sempre cercato di garantire a tutti i miei pazienti che li avrei visitati nella massima sicurezza. Saltare un controllo, soprattutto nelle situazioni più delicate. rischia di mettere in pericolo l’intero quadro clinico. Restare a casa può peggiorare la situazione: non occorre aver paura, bensì fidarsi del proprio specialista e rispettare il percorso terapeutico. Purtroppo non esiste solo il Covid-19: le altre patologie non sono sparite, il nostro compito è quello di garantire la salute nella sua globalità».