C’è tempo fino alla fine di dicembre per cautelarsi attraverso il vaccino che quest’anno presenta due elementi nuovi. «In Italia colpisce di norma tra il 4 e il 12 per cento della popolazione», spiega la dottoressa Sandra Alban della Direzione sanitaria.
Anche per il personale della Clinica Cellini c’è ancora tempo per vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Chi non ha ancora usufruito della possibilità, messa anche quest’anno a disposizione dalla Direzione sanitaria della Clinica, può approfittarne nei giorni del mese di dicembre. Come affermato da molti epidemiologi, quest’anno il virus influenzale conoscerà il proprio picco più tardi del solito (colpa delle alte temperature registrate nel corso dell’autunno) e perciò il periodo utile alla vaccinazione si è di fatto allungato.
«Il vaccino antinfluenzale 2015-16 presenta due varianti nella composizione – rivela la dottoressa Sandra Alban della Direzione sanitaria della Clinica Cellini -: un antigene di ceppo A (sottotipo H3N2) e un antigene di ceppo B che vanno ad aggiungersi all’altro antigene di ceppo A (H1N1) già presente nel vaccino dell’anno scorso». Come sempre, la composizione del vaccino proviene da uno studio che utilizza le informazioni raccolte in oltre 110 Paesi e come ogni anno, in Italia, il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione stagionale a una serie di categorie che comprendono medici e personale sanitario di assistenza ma soprattutto a chi ha più di 65 anni di età o presenta altre patologie (malattie croniche dell’apparato respiratorio o cardiocircolatorio, diabete mellito, tumori, insufficienza renale cronica, eccetera) che possono aumentare il rischio di complicanze da influenza.
Nella stagione 2014/15 sono stati segnalati 485 casi gravi e 160 decessi da influenza, i numeri più elevati degli ultimi anni se si eccettua la stagione pandemica 2009/10 che aveva fatto registrare 592 casi gravi e 204 decessi. «L’influenza stagionale rappresenta un problema sanitario rilevante – continua la dottoressa Alban -. Ogni anno nel nostro Paese viene interessata una percentuale di popolazione variabile tra il 4 e il 12 per cento, a seconda delle caratteristiche del virus influenzale in circolazione».
Un problema sanitario che negli ultimi tempi s’è dovuto misurare con elementi di disturbo esterni. «L’anno scorso si era registrato un preoccupante calo nel numero delle vaccinazioni – conferma la dottoressa Alban -, colpa di una serie di segnalazioni che avevano messo in relazione con il vaccino antinfluenzale il decesso di alcune persone. In realtà, i controlli hanno accertato che non era affatto così. Vaccinarsi rimane una pratica molto utile e per nulla pericolosa». Anche per chi non l’ha mai fatto prima d’ora. «C’è peraltro l’errata convinzione che chi sottopone per la prima volta alla vaccinazione antinfluenzale debba assumerne due dosi – conclude la dottoressa Sandra Alban -. Non è così. Ne basta una sola dose. Sono raccomandate due dosi solo ai bambini di età inferiore ai 9 anni che non sono mai stati vaccinati in precedenza».