Il gonfiore alla gambe è un sintomo abbastanza comune tra le persone che trascorrono molto tempo in piedi o che, al contrario, rimangono sedute per diverse ore al giorno. Spesso si associa a formicolio, prurito, crampi o dolore, coinvolgendo anche le caviglie e i piedi.
Fattori predisponenti sono il sovrappeso, il diabete, l’abitudine al fumo e all’alcol, valori elevati di colesterolo e l’uso di abiti troppo fascianti o tacchi troppo alti. Il contatto prolungato con fonti di calore o l’esposizione ripetuta alle alte temperature possono aggravare l’entità del problema.
Una delle cause più frequenti delle gambe gonfie è l’insufficienza venosa, un disturbo del sistema circolatorio che ostacola la risalita del sangue dagli arti inferiori verso il cuore, determinando l’accumulo di liquido linfatico nei tessuti, che quindi si appesantiscono e si “gonfiano”.
L’insufficienza venosa non è sempre legata a una condizione patologica. Le donne in gravidanza e le persone di età superiore ai 50 anni, per esempio, sono più soggette a questo problema, anche quando godono di buona salute. Altre volte, invece, è la manifestazione clinica di patologie sottostanti, come la flebotrombosi o malattie a carico di cuore, reni e fegato.
In genere la terapia per l’insufficienza venosa è medica e farmacologica, ma in rari casi può essere necessario un trattamento di chirurgia venosa.
Oltre all’insufficienza venosa, il gonfiore alle gambe può avere un’origine infiammatoria, articolare o reumatologica. Se in seguito alla valutazione clinica si ipotizza un’origine vascolare, l’esame strumentale più indicato per verificare l’ipotesi diagnostica ed escludere altre cause è l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori.