C’è quella di natura respiratoria, quella al veleno degli imenotteri e persino quella al sole: anche la bella stagione può mettere a dura prova il nostro sistema immunitario con un’allergia: «I sintomi non vanno mai sottovalutati bensì trattati tempestivamente per evitare conseguenze peggiori», afferma il dottor Francesco Furno, allergologo di Humanitas Cellini.
Allergie d’estate: c’è quella di natura respiratoria, quella al veleno degli imenotteri e persino quella al sole. Anche la bella stagione porta con sé un carico allergico che è bene conoscere e affrontare in modo corretto, dando la giusta interpretazione a segnali che se sottovalutati possono rivelarsi pericolosi. «Sono principalmente di natura respiratoria – afferma il dottor Francesco Furno, allergologo di Humanitas Cellini, riferendosi alle allergie estive – e anche i sintomi sono gli stessi del classico raffreddore da fieno: occhi arrossati che prudono, starnuti e conseguente oculorinite, addirittura asma nei casi non trattati tempestivamente».
Il calendario pollinico di Torino registra nel mese di luglio la conclusione della fase di impollinazione delle graminacee e l’avvio di quella delle composite, artemisia e ambrosia su tutte. «L’ambrosia è una specialità tutta d’importazione, sbarcata in Italia con i soldati americani e le loro tende nel corso della Seconda guerra mondiale – spiega il dottor Furno -. Ha attecchito con forza e oggi rappresenta una delle allergie principali nel mosaico pollinico della città». Una colonizzazione simile a quella operata dalla forsizia, la pianta gialla decorativa che proviene dall’Asia orientale e che oggi cresce in modo selvatico persino ai bordi delle strade: «L’allergia alle oleacee – conferma il dottor Furno – è esplosa proprio quando si è cominciato a piantare con disinvoltura la forsizia in giardini e terrazze».
Nel momento in cui ci si rende conto di “soffrire” l’estate e di accusare una o più allergie stagionali è opportuno sottoporsi alla visita e alle prove allergologiche: «In appena un quarto d’ora rivelano i pollini ai quali risulta allergico il paziente», puntualizza il dottor Furno. Stabilita l’allergia, si passa alla terapia: «Consiste nel vaccino che opera attraverso l’iposensibilizzazione: la malattia viene bloccata e fatta regredire prima che possa avanzare», aggiunge. Un’azione molto diversa da quella dei classici antistaminici e del cortisone: «Quelli non curano l’allergia ma tolgono solo i sintomi e fanno stare provvisoriamente meglio il paziente senza però arrestare la malattia», precisa il dottor Furno.
Tre casi su quattro di rinite allergica non trattata con il vaccino evolvono peraltro in asma, malattia che può anche essere molto seria e che nel mondo rappresenta tuttora la quarta causa assoluta di morte. «E non dimentichiamo le altre complicanze di un’allergia mal curata – ammonisce il dottor Furno -. Su tutte, la poliposi nasale che per i pazienti comporta spesso interventi chirurgici ricorrenti, dovuti alla capacità di recidiva dei polipi stessi».
Il carico di allergie estive comprende anche quella al veleno degli imenotteri: api, vespe e calabroni. «Si può manifestare in modo lieve con disturbi localizzati di rossore o gonfiore ma può anche trasformarsi in un grave shock anafilattico», mette in guardia il dottor Furno, ricordando come ogni anno in Italia si contino circa 70 decessi legati alle punture d’ape e suggerendo al paziente allergico la terapia desensibilizzante che attraverso il vaccino garantisce una protezione del cento per cento. C’è infine l’allergia al sole: «Non va confusa con l’eritema solare – continua il dottor Furno -, si tratta di una reazione del sistema immunitario alla luce del sole e si manifesta in primis con eruzioni cutanee e prurito. Nei casi più complessi, è opportuno ridurre l’esposizione solare coprendosi in modo adeguato e ricorrendo ad antistaminico, nicotinamide e vitamine».
Il vaccino contro le allergie ha peraltro smesso da tempo di essere la pratica lunga e dispendiosa di una volta: quello utilizzato in Humanitas Cellini dal dottor Furno consiste in due sole micro somministrazioni per via intradermica, agevolmente tollerate anche dai bambini di almeno 3 anni. «È composto da un insieme di allergeni microdose legati a un enzima – conclude il dottor Francesco Furno -: il sistema immunitario li riconosce come parte di sé e per questo motivo interrompe, o comunque rallenta, la produzione degli IgE, vale a dire gli anticorpi che producono la reazione allergica». Nel vaccino sono peraltro presenti tutti gli allergeni respiratori più comunemente causa di reazioni allergiche, uno status che permette anche ai pazienti positivi a cinque, sei, sette allergeni di essere curati in una sola volta con un evidente risparmio di tempo e con un risultato assai più efficace.