Per la prima volta in Humanitas Cellini sono stati eseguiti due interventi di Microdiscectomia Endoscopica per la rimozione dell’ernia lombare, una tecnica innovativa fino ad ora utilizzata da pochi specialisti in Piemonte. Ne abbiamo parlato con il dottor Leonardo Antonio Zottarelli, ortopedico della Chirurgia Vertebrale I coordinata dal dottor Joannis Demangos, e la dottoressa Federica Penner, neurochirurga della Chirurgia vertebrale VI coordinato dal dottor Alessandro Longo.
Come si svolge l’intervento?
«L’intervento di Microdiscectomia Endoscopica si svolge in anestesia totale o locale, si procede poi con un’incisione di 5 millimetri, si inserisce l’endoscopio, si supera la fascia muscolare e si raggiunge, anche grazie al supporto di controlli radiologici, il disco intervertebrale. A questo punto si procede ad isolare l’ernia e la si rimuove. L’intervento dura circa 45 minuti e il paziente può tornare a casa la sera stessa o il mattino successivo, con l’indicazione di fare una vita tranquilla, anche se pienamente attiva, ad esempio iniziando fin da subito a camminare» spiega il dottor Leonardo Antonio Zottarelli.
«L’endoscopio di Humanitas Cellini utilizzato nell’intervento, inoltre, è in 4K quindi permette la visione delle immagini in altissima risoluzione, così da visualizzare con più chiarezza le strutture anatomiche» sottolinea la dottoressa Federica Penner.
Cosa aspettarsi dopo l’intervento?
«Come già detto, dopo l’intervento è possibile riprendere una vita attiva, seppur con qualche piccola limitazione fino alla completa guarigione della ferita chirurgica. Inoltre, visto che non vi è una scollatura della muscolatura il danno ai muscoli è praticamente inesistente. Degli studi hanno dimostrato, grazie all’utilizzo di Risonanze magnetiche post operatorie, che non c’è cicatrice sui tessuti a differenza dell’intervento tradizionale. Questo significa che un eventuale nuovo intervento non potrebbe essere reso difficoltoso dalla presenza della vecchia cicatrice» chiarisce la dottoressa Penner.
Quali sono i vantaggi rispetto all’intervento tradizionale?
«Una delle particolarità di questo intervento è il sistema di lavaggio della ferita che permette di minimizzare il rischio di infezioni, grazie al circolo continuo dell’acqua infatti i batteri non riescono a depositarsi» spiega della dottoressa Penner.
«Inoltre, le dimensioni della ferita sono decisamente ridotte, così come il trauma chirurgico e l’impatto sul disco. Inoltre, in questo intervento il dolore post operatorio è decisamente ridotto rispetto alla chirurgia tradizionale e il paziente può tornare in breve tempo a svolgere le sue normali attività» sottolinea il dottor Zottarelli.
Uno sportivo quando può riprendere il regolare allenamento?
«Per quanto riguarda gli sportivi a livello agonistico o comunque coloro che praticano molta attività fisica, per poter tornare ad allenarsi in maniera più intensa devono attendere la completa guarigione della ferita chirurgica» chiarisce il dottor Zottarelli.
Per quali persone è indicato questo tipo di intervento?
«Questo intervento è indicato per tutti coloro che, per situazioni cliniche personali, non possono sottoporsi all’intervento tradizionale. Inoltre, come già sottolineato è indicato per gli sportivi perché il recupero è più rapido quindi possono tornare ad allenarsi in tempi più ridotti. In futuro potranno beneficiare di questo tipo di intervento anche i pazienti molto anziani, per cui i rischi della chirurgia tradizionale sono elevati e quindi l’intervento viene sconsigliato» conclude la dottoressa Penner.