L’ernia cervicale è una delle patologie più comuni nelle persone giovani e attive, e nei casi più gravi, richiede l’intervento chirurgico. In Humanitas Cellini l’intervento si effettua in neurochirurgia mininvasiva e con innovative protesi cervicali che preservano la mobilità delle vertebre e del collo.
Ne parliamo con il dottor Marco Mannino, Responsabile di Chirurgia Vertebrale IV di Humanitas Cellini e la dottoressa Licia Di Muro, neurochirurgo di Chirurgia Vertebrale IV di Humanitas Cellini.
Ernia cervicale: quando è necessario l’intervento chirurgico?
L’ernia discale cervicale è una patologia comune che coinvolge i dischi vertebrali tra le vertebre cervicali, provocando, nei casi più gravi, una compressione sul midollo spinale o sulle radici nervose. In genere, si tratta di una patologia che si presenta nelle persone giovani, a causa di un trauma, un sovraccarico da sforzo o da postura sbagliata, ma anche per un processo degenerativo dei dischi vertebrali. Per prevenire i sintomi gravi della compressione dell’ernia sul midollo e/o sulle radici nervose, è indicato l’intervento chirurgico di rimozione dell’ernia allo scopo di liberare il canale spinale. Fino a ieri, quando si andava a rimuovere l’ernia, tra le due vertebre si metteva una sorta di gabbietta in titanio (cage) che serviva a promuovere la fusione delle due vertebre, in un intervento chiamato artrodesi. Dopo l’intervento, per circa un mese, il paziente doveva mantenere un collare, per ottenere la fusione vertebrale. In questo modo, però, il paziente perdeva la mobilità dei due segmenti ossei e quindi del collo e, nel lungo periodo, aumentava il rischio di nuove ernie discali cervicali a causa della sollecitazione dei dischi sovrastanti e sottostanti la fusione delle vertebre.
Come funziona l’intervento con protesi cervicale mobile?
Oggi, grazie all’innovazione tecnologica applicata alla biomeccanica delle protesi e a interventi mininvasivi, in caso di ernia dei dischi cervicali, l’intervento di artrodesi è sostituito dalla protesizzazione con protesi mobili in titanio. L’intervento di protesi cervicale anteriore si svolge in anestesia generale, dura circa 45 minuti, e prevede un’incisione di 5 centimetri sulla superficie antero-laterale del collo per l’impianto di una piccola protesi mobile che va a sostituire il disco vertebrale malato.
L’intervento è praticamente indolore, grazie all’approccio mininvasivo che permette di rispettare e preservare i tessuti e le strutture adiacenti. In questo modo, la naturale mobilità delle vertebre cervicali e la loro funzione vengono mantenute, e il paziente è libero di muovere il collo da subito, senza alcuna necessità di portare il collare dopo l’intervento.
Quali sono i tempi di recupero dopo l’intervento?
Il giorno stesso dell’intervento o il giorno dopo, il paziente viene fatto mobilizzare senza indossare più alcun collare perché la mobilizzazione precoce del segmento operato è fondamentale per il successo dell’intervento, ovvero per ripristinare la funzione del disco sostituito. Questo permette al paziente operato di tornare a casa dopo l’intervento e riprendere in tempi rapidi la propria normale vita quotidiana, lavorativa e sportiva: unica accortezza è quella di non esagerare con i carichi, riposarsi ed evitare di guidare l’auto e praticare sport per circa un mese.
La fisioterapia, invece, inizia appena si è concluso il processo biologico di guarigione della ferita, ovvero dopo 7-10 giorni. La fisioterapia permette al paziente di recuperare la mobilità del collo e dei muscoli compromessi con la malattia. A distanza di un mese dall’intervento viene fissato il controllo post operatorio con la radiografia dinamica in modo che il paziente possa tornare alle attività quotidiane.