Nel nuovo ambulatorio di Neurologia di Humanitas Cellini è attivo il team del dottor Giuseppe Scarzella: «Lavoriamo a stretto contatto con altri specialisti della Clinica – spiega -, la presenza dei tecnici di Neurofisologia accorcia i tempi di esecuzione dell’esame riducendo il disagio del paziente».
Un nuovo ambulatorio di Neurofisiologia in Humanitas Cellini: il team del dottor Giuseppe Scarzella, specialista in Neurofisiologia clinica, mette a disposizione dei pazienti la sua lunga esperienza in tema di elettromiografia, metodica utilizzata per diagnosticare malattie del sistema nervoso periferico. L’elettromiografia esamina la conduzione nervosa, motoria e sensitiva e valuta l’attività dei muscoli durante l’attivazione volontaria e a riposo. «Deve rappresentare – argomenta il dottor Scarzella – l’atto successivo a un ragionamento clinico e risultare d’aiuto al lavoro dello specialista».
«In campo diagnostico – prosegue il dottor Scarzella – l’elettromiografia è dedicata anche alle malattie di natura neurologica. Rappresenta ancora il gold standard per la diagnosi delle malattie del motoneurone ed è utilizzata per diagnosticare le polineuropatie, le malattie muscolari e quelle della placca neuromuscolare».
L’elettromiografia si svolge in due parti: l’elettroneurografia (ENG) misura la velocità di conduzione di uno stimolo elettrico lungo il nervo, valuta l’ampiezza del potenziale elettrico evocato e la latenza distale, stimolando elettricamente il nervo e registrando il potenziale elettrico evocato attraverso elettrodi superficiali posizionati sul muscolo. Nella seconda parte, l’elettromiografia (EMG), un elettrodo ad ago viene inserito nei muscoli a riposo, durante una minima contrazione del muscolo e, infine, a contrazione massima. È proprio in questa seconda fase che si individuano la presenza di attività elettrica spontanea (segno di denervazione), l’ampiezza e la durata dei potenziali elettrici muscolari, il numero di unità motorie attivate durante il massimo sforzo. La valutazione globale di EMG ed ENG porta alla diagnosi conclusiva.
«Si tratta di un esame spesso accompagnato da una paura infondata – aggiunge il dottor Scarzella -: l’ago è piccolo, non va in profondità e non inietta nulla. Nel complesso, è assai meno fastidioso di una puntura intramuscolare». La durata dell’elettromiografia dipende dal sospetto diagnostico di partenza: «Può andare da 15 a 30 minuti – spiega il dottor Scarzella – e molto dipende anche dall’abilità del tecnico di neurofisiologia che accompagna il lavoro del medico e a cui spetta la parte elettroneurografica». Nel nuovo ambulatorio di Neurofisiologia di Humanitas Cellini sono due i tecnici che affiancano il dottor Giuseppe Scarzella: si tratta di Lidia Lüscher e Jessica Godino. «Un tecnico abile accorcia i tempi dell’esame e riduce il disagio del paziente attraverso un numero minore di scosse elettriche che rendono più confortevole anche la seconda parte dell’elettromiografia», aggiunge.
L’elettromiografia ha una vocazione multidisciplinare che permette al neurofisiologo di collaborare con altri specialisti: «In Humanitas Cellini – conclude il dottor Giuseppe Scarzella – c’è la possibilità di collaborare attivamente, ad esempio, con i chirurghi della mano per la diagnosi di intrappolamento dei nervi periferici (in speciale modo la Sindrome del Tunnel Carpale), con gli ortopedici e i neurochirurghi per stabilire se un’ernia si trova in fase acuta, subacuta o cronica, con i fisioterapisti per realizzare un’osservazione puntuale del paziente e del suo processo di riabilitazione».