Dolore all’osso sacro e alla zona lombare, intorpidimento alle natiche e gambe, difficoltà e dolore a sedersi e camminare, sono sintomi di sacroileite.
Ne parliamo con il dott. Marco Mannino, Responsabile di Neurochirurgia e Chirurgia vertebro-midollare di Humanitas Cellini.
Cos’è la sacroileite?
La sacroileite è un’infiammazione di una o di entrambe le articolazioni sacroiliache, ovvero quelle articolazioni che si trovano nella parte più bassa della schiena, a livello del bacino, e connettono osso sacro e osso iliaco a destra e a sinistra. Si tratta di articolazioni importanti che hanno il ruolo di supportare il peso del corpo durante movimenti, come ad esempio sedersi e alzarsi, camminare e correre, piegarsi.
Quali sono i sintomi della sacroileite?
I sintomi della sacroileite potrebbero confondersi con quelli dell’ernia discale o del dolore lombare o lombalgia, con intorpidimento e debolezza agli arti inferiori. Il dolore da sacroileite può essere percepito anche a livello delle anche o delle natiche e, in genere, aumenta durante il movimento, con la palpazione, e durante le attività che richiedono di flettere la colonna vertebrale o restare seduti a lungo. Quando il dolore compare anche a riposo e di notte, la sacroileite potrebbe influenzare negativamente la qualità del sonno notturno. In tutti i casi, il dolore potrebbe ridurre la qualità di vita della persona che ne soffre, fino a risultare invalidante, specie se associato a instabilità della colonna.
Come riconoscere la sacroileite dalla lombalgia o ernia del disco?
Sebbene i sintomi della sacroileite possano confondersi, per il paziente, a quelli della lombalgia e dell’ernia discale, durante la visita, lo specialista effettua diversi test che permettono di ottenere una diagnosi precisa delle cause del dolore. La diagnosi viene poi confermata da esami strumentali quali radiografia, TAC e/o Risonanza Magnetica che possono evidenziare anche altri problemi associati al dolore riferiti dal paziente. Inoltre, in caso di dubbi, il medico specialista potrebbe eseguire un’infiltrazione di anestetico locale sotto guida fluoroscopica, TAC o ecografica, nell’articolazione sacroiliaca per determinare con precisione la presenza di sacroileite. Infatti, in caso di infiammazione ileosacrale, i sintomi si riducono fino al 75% dopo l’infiltrazione. Sulla base della diagnosi, dei sintomi e delle cause scatenanti, il medico valuta il percorso di terapia personalizzato.
Quali sono i trattamenti di cura della sacroileite?
In generale, il trattamento iniziale della sacroileite prevede riposo, antinfiammatori e antidolorifici per via orale, intramuscolare o endovenosa, secondo la valutazione del medico.
In alcuni casi può essere consigliata la fisioterapia e infiltrazioni intra-articolari, cioè iniezioni mirate all’interno del punto dolente dell’articolazione coinvolta, che hanno dimostrato elevati livelli di efficacia.
Nei casi in cui il paziente non tragga beneficio e il dolore non passi, lo specialista, insieme al paziente, valuterà l’opportunità dell’intervento chirurgico che può prevedere un’artrodesi mininvasiva. Obiettivo dell’intervento, che può essere eseguito anche con tecnica robotica, è permettere al paziente di evitare i movimenti che causano dolore e infiammazione, bloccando l’articolazione con piccoli impianti in titanio.
In cosa consiste l’intervento di chirurgia robotica?
Nell’intervento di chirurgia robotica la fase di programmazione rappresenta un momento fondamentale: il robot infatti combina le immagini e gli esami pre-operatori del paziente con i riferimenti dinamici posizionati in sala operatoria sul paziente stesso. Agisce quindi come un vero e proprio GPS, supportando il chirurgo durante l’operazione: estrema accuratezza, riduzione al minimo del rischio di errore e recupero post operatorio molto più rapido sono tra i vantaggi della chirurgia robotica.
L’intervento dura circa 30 minuti, e già il giorno successivo il paziente può camminare con le stampelle, che userà per circa 20 giorni dopo l’intervento. Dopo questo tempo, e secondo le valutazioni del medico, il paziente può riprendere le proprie attività quotidiane e sportive.