La dieta chetogenica si prende cura di pazienti obesi, sovrappeso e con altri problemi legati all’alimentazione. È affidato alla dottoressa Daria Bongiovanni, dietista che da anni sostiene la dieta proteica capace di favorire in tempi rapidi e in modo naturale un dimagrimento rapido e duraturo.
Un ambulatorio di Dietologia che si prende cura dei pazienti con obesità, sovrappeso e altre situazioni connesse con l’alimentazione. È il nuovo servizio che Humanitas Cellini ha affidato dal mese di gennaio alla dottoressa Daria Bongiovanni, dietista dell’Ospedale Humanitas Gradenigo, da anni impegnata con successo nello studio e nell’applicazione dei processi legati alla nutrizione in stretta collaborazione con l’Endocrinologia dello stesso ospedale diretta dal professor Fabio Orlandi. «Il mondo delle diete – spiega la dottoressa Bongiovanni – è troppo spesso lasciato nelle mani dell’improvvisazione, del “fai da te” o, peggio ancora, di persone prive dell’adeguata competenza. Occorre invece tenere presente che la dieta rappresenta una vera e propria terapia, detentrice di controindicazioni che non possono essere ignorate. Al dietista non compete una diagnosi medica bensì una diagnosi nutrizionale: la terapia alimentare va a innestarsi sulla diagnosi clinica fatta dal medico».
Dottoressa Bongiovanni, come ci si comporta con il paziente obeso?
«Intanto è opportuno condividere subito con il paziente che quella di obesità non è una semplice condizione fisica. È una condizione patologica che va affrontata con serietà e competenza rispettando le caratteristiche del singolo paziente. Nel mio ambulatorio non si utilizzano terapie farmacologiche: il paziente viene seguito con specifici programmi nutrizionali e terapie per la cura del peso, assolutamente personalizzati».
In particolare, nel suo lavoro fa ampio uso della dieta chetogenica. Può spiegarci di cosa si tratta e perché funziona?
«La dieta chetogenica favorisce la produzione di corpi chetonici, vale a dire di quelle sostanze che l’organismo comincia a produrre in modo naturale quando si trova in condizioni particolari, per esempio quando il glucosio scende al di sotto una certa soglia. I corpi chetonici rappresentano benzina eccezionale per muscoli, cuore e cervello, permettono una liposuzione naturale con assenza di appetito e uno stato di benessere. Tutti strumenti molto efficaci per diminuire fortemente il peso del paziente».
Cosa differenzia la dieta chetogenica dalle tante “mode” che periodicamente vanno per la maggiore?
«La dieta chetogenica è basata su forti evidenze scientifiche ed è stata validata nel 2015 dall’EFSA (European Food Safety Authority). Si tratta di una dieta rigorosamente strutturata, adottata con grande efficacia dagli anni ’90 per obesità, sovrappeso e malattie metaboliche ma utilizzata più di recente anche in campo neurologico per combattere l’emicrania o sostenere terapie dirette ad alcune malattie degenerative (SLA, malattia di Parkinson, Alzheimer, autismo) e in Oncologia come supporto alla radio e chemioterapia. È una dieta nata come cura per l’epilessia della quale ci sono tracce già ai tempi di Ippocrate e che viene persino richiamata nella Bibbia e in documenti del Medio Evo che descrivono il raggiungimento della chetosi attraverso il digiuno».
Per quale motivo la dieta chetogenica si rivela tanto efficace in campo metabolico?
«Intanto perché produce un dimagrimento selettivo che agisce sui grassi dell’organismo senza intaccare la massa magra. E poi per via dell’assenza, indotta dall’effetto anoressizzante ed euforizzante dei corpi chetonici, di fame e stanchezza. È una dieta a basso contenuto calorico che favorisce un dimagrimento rapido: si possono perdere anche dieci chili in un mese, l’80 per cento dei quali di soli grassi».
Come si traduce a tavola questa dieta proteica?
«È una dieta prevalentemente basata su proteine e verdure, con corretti apporti proteici che la differenziano dalle diete iperproteiche non fondate su evidenze scientifiche. È comunque una terapia a tempo: dura da tre a sei mesi, viene seguita dalla transizione che porta a reintrodurre i carboidrati in modo progressivo e, infine, dal mantenimento. Durante la dieta si possono anche assumere i cosiddetti “meal replacements”, alimenti funzionali in monorazioni proteiche che seguono una rigorosa preparazione e risultano anche molto gustosi per il palato».
Qual è la reazione abituale del paziente al quale viene prescritta una dieta rigorosa?
«Spesso si tratta di un paziente demotivato, con alle spalle numerosi tentativi di calo ponderale seguiti da fallimenti o risultati solo transitori. Le diete abitualmente utilizzate richiedono grandi sacrifici con risultati talvolta insoddisfacenti: la terapia con dieta chetogenica, pur richiedendo comunque la collaborazione del paziente, è in grado di garantire risultati rapidi e significativi e di premiare lo sforzo e l’impegno profusi. Risultati pratici raggiunti in breve tempo, come tornare ad allacciarsi le scarpe da soli e reindossare un abito di taglia più piccola o stare meglio col proprio corpo, rappresentano passi importanti che aiutano la determinazione del paziente, migliorano la sua risposta alla terapia e lo stimolano a seguirla con entusiasmo crescente. Il paziente che segue la dieta chetogenica cresce in autostima e manifesta la propria soddisfazione in ogni tappa del suo percorso terapeutico, un’attitudine che si rivela utile anche nelle successive fasi di transizione e mantenimento dei risultati raggiunti».