Venerdì 3 aprile – Humanitas Cellini
«Il nostro è un dovere morale e professionale che deve sempre guidare il nostro lavoro. Ci siamo messi a disposizione perché di fronte a una situazione tanto drammatica era doveroso dare il proprio contributo per aiutare chi sta male». Il dottor Giancarlo Barberis è un cardiologo di Humanitas Cellini. In genere, lui e i suoi colleghi il cuore lo riparano, questa volta lo hanno buttato senza esitazioni oltre l’ostacolo.
Tocca al dottor Barberis coordinare le équipe mediche che in Humanitas Cellini si prendono cura dei pazienti Covid-19. E sono stati proprio i cardiologi i primi a coprire la “nuova” giornata di lavoro della Clinica: quattro turni orari (8-14, 14-20, 20-2 e 2-8), chi lavora nella fascia che va dalle 20 alle 2 garantisce il servizio di guardia dalle 2 alle 8 e viceversa. In più, ciascuna équipe può contare sulla consulenza di un medico internista e di un infettivologo, nonché sulla presenza continua degli anestesisti, già in prima linea nell’emergenza attraverso la gestione dei 5 posti di Terapia intensiva della Clinica. Chirurghi vascolari, ortopedici, otorinolaringoiatri e neurochirurghi hanno seguito a ruota e partecipato in modo attivo al nuovo corso obbligato di Humanitas Cellini.
«Eravamo preoccupati, non lo nascondo. Lo eravamo a livello di percorso sanitario e lo eravamo anche per la paura di ammalarci e di dover fermare il nostro lavoro. È stato fondamentale potersi confrontare con i nostri colleghi di Humanitas Gradenigo e con i cardiologi di Humanitas a Rozzano che hanno aiutato me e il dottor Luigi Palumbo nella linea terapeutica e nella gestione clinica dei pazienti», spiega il dottor Barberis.
Lo fa seduto al centro di uno dei tanti ambulatori vuoti del basso fabbricato della Clinica. Si sta occupando di programmare i turni di lavoro e fa molto strano vedere un medico vestito in jeans e maglioncino laddove è sempre un viavai di camici bianchi: «L’impatto del Coronavirus ha stravolto la nostra Clinica e il nostro lavoro, ha cancellato routine e richiamato in prima linea anche chi era solito occuparsi solo di determinate patologie». Da allora sono già passate due settimane e, per quanto ancora in piena emergenza, il dottor Barberis e gli altri specialisti di Humanitas Cellini si sentono più tranquilli: «È sceso il livello di frenesia ed è aumentato quello di consapevolezza: ci aiutiamo l’uno con l’altro in un clima di collaborazione e fratellanza che non fa alcun tipo di distinzione tra le équipe mediche e tra le componenti del personale sanitario e medico. Gli infermieri sono davvero straordinari: preparatissimi e disponibili, non si tirano mai indietro di fronte al lavoro né si fanno intimidire davanti ai rischi che sanno di correre. Si meritano davvero un elogio speciale».
Così come speciale è il rapporto con i pazienti Covid-19 e con i loro familiari. Anche Humanitas Cellini ha da alcuni giorni a disposizione i tablet che consentono la videochiamata tra chi è ricoverato in reparto e chi si trova a casa, impossibilitato a visitare il proprio congiunto. «I tablet sono molto importanti perché aiutano i pazienti a sentirsi meno soli, un aspetto che ci ha colpito subito e del quale ci siamo fatti carico immediatamente». Già dai primi giorni di emergenza da Covid-19, Humanitas Cellini ha garantito un contatto telefonico giornaliero a tutti i suoi pazienti: «Inizialmente ho provveduto io, chiamando anche da casa mia in orario serale. Parlare con i parenti è un’altra parte importante di questa esperienza così totale: ci ringraziano tantissimo e ci fanno capire che il nostro impegno viene colto appieno e valorizzato. Ricevere tanto calore ci fa sentire ancora più in obbligo di dare il nostro meglio, a qualsiasi ora del giorno e della notte».
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