Cosa mangiare in autunno? «Frutta e verdura di stagione abbinate ad alcuni accorgimenti ci mantengono in salute senza farci cascare nella trappola del cambio di stagione», spiega il dottor Matteo Goss.
«Il cambiamento di stagione risulta sempre abbastanza traumatico per il corpo umano. Nello specifico, l’autunno è preparatorio all’inverno e ci abitua al freddo in modo graduale e non improvviso. Allo stesso modo cambia anche il nostro modo di alimentarci, un po’ perché cambiano i bisogni dell’essere umano e un po’ perché cambiano i prodotti che la natura ci mette a disposizione; frutta e verdura, carne e pesce. Un cambiamento a 360 gradi all’interno del quale c’è la natura che si trasforma per far stare bene l’uomo e gli animali». Il dottor Matteo Goss, chirurgo endoscopista di Humanitas Cellini, introduce in questo modo l’autunno e il carico di novità che porta con sé dopo la bella stagione. «Si passa dalla serotonina, depositaria di benessere, luce, energia e voglia di fare alla melatonina che comporta anche stanchezza, irritabilità e difficoltà ad addormentarsi – prosegue -. Ma madre natura ci ha messo a disposizione una serie di efficaci elementi naturali per contrastare questo cambiamento di luce».
Il dottor Goss si riferisce in primis a frutta e verdura di stagione: zucche (quelle di Halloween ma non solo), carciofi, broccoli, bietole, cavolfiori, alcuni tipi di insalata, finocchi, cime di rapa, patate. «E poi i legumi – aggiunge -: ceci, lenticchie, orzo, farro, importantissimi perché ricchi di proteine ad alto valore biologico che sostituiscono le carni rosse o altri cibi che fatichiamo ad assorbire». Assieme a frutti antiossidanti come arance e mandarini ci mettono persino in condizione di osservare una dieta detossificante. «Le zucche sono ricche di antiossidanti e di sostanze che abbassano il rischio cardiovascolare – continua il dottor Goss -. Pesci come alici, salmone, sogliola e fregola di lago ci dicono della trasformazione di tutto quanto sta attorno noi».
L’inverno porta con sé maggiore stanchezza e minore concentrazione, più insonnia e aumento della sensazione di fame. «E’ lì che si fa a cercare il cosiddetto “comfort food” – spiega il dottor Goss -: cibi ricchi di grassi e zuccheri che ci piacciono tanto ma che ci fanno male, anche perché combinati alla ridotta attività fisica che osserviamo in inverno aumentando il rischio di obesità». E’ allora importante continuare a svolgere attività fisica, aggiungendo laddove opportuno probiotici e sforzandosi di osservare i cinque pasti quotidiani (colazione, pranzo, cena e due piccoli spuntini al mattino e al pomeriggio) per allontanare la ricerca di cibo. Semaforo verde anche per la frutta secca («Noci e nocciole sono ricche di antiossidanti») e per il melograno che, oltre alla funzione di portafortuna, risulta: «Ricco di polifenoli, capaci di favorire un effetto cardiovascolare positivo e di svolgere un’altrettanto preziosa funzione gastroprotettiva e antibatterica», assicura il dottor Goss. Uno o due bicchieri di buon vino a pasto sortiscono effetto antiossidante, cardioprotettivo e antipertensivo, mentre il cioccolato amaro a piccole dosi esercita un buon controllo su pressione sanguigna e colesterolo.
Un periodo di passaggio tanto delicato può favorire l’insorgere di certe patologie? «Una dieta ricca di legumi, cavolfiori e broccoli può far gonfiare la pancia e causare o inasprire fenomeni di intestino irritabile. Occorre stare attenti a non abbuffarsi. Va bene mangiare di tutto un po’ senza esagerare e, nel caso, modificando gli alimenti attraverso la cucina. Talvolta lenticchie o fagioli possono dare fastidio se mangiati così come sono e risultare innocui se trasformati in purea. Modificare può ridurre gli effetti nocivi o fastidiosi di moltissimi alimenti», precisa il dottor Goss. Insomma, per ridurre il gonfiore non esiste solo la via farmacologica: «Scegliere frutta e verdura di stagione ci permette di non sviluppare la patologia legata a certi cibi – conclude il dottor Goss — Dobbiamo sempre ricordarci che non siamo noi a cambiare ciò che ci sta attorno ma è quanto ci sta attorno a cambiare noi. Seguire anche a tavola i cambiamenti di stagione può aiutarci ad ammalarci di meno e a vivere meglio».