Tra nuove tecniche e materiali, la chirurgia dell’anca è sempre più specializzata. La Clinica Humanitas Cellini si distingue per essere un centro di riferimento grazie a specialisti come il chirurgo ortopedico Alberto Nicodemo, che abbiamo intervistato.
Di cosa si occupa, dottor Nicodemo?
Insieme all’équipe del dottor Carlo Alberto Buratti, da oltre 10 anni mi occupo di chirurgia dell’anca e di tutte le patologie legate all’anca, alla Clinica Humanitas Cellini. Essendo una chirurgia super specialistica, la scelta di occuparsi di un solo segmento corporeo garantisce maggior esperienza e pratica, a partire dalla diagnosi fino alla scelta del trattamento più adatto.
L’intervento più efficace per l’artrosi dell’anca (coxartrosi) è la protesi d’anca. Possiamo offrire un vasto spettro di possibilità chirurgiche (accesso posteriore, anteriore, “incisione bikini”, sempre su misura del paziente e della sua patologia). Oltre alle protesi di primo impianto con accessi mininvasivi, siamo in grado di affrontare con massima qualità operazioni impegnative come quelle di re-impianto.
Ma non ci limitiamo a questo, abbiamo uno sguardo a 360 gradi su ogni singolo paziente. Trattiamo anche chi non ha ancora bisogno di intervento protesico con tecniche preventive, oppure pazienti inoperabili o che non vogliono essere operati. Per esempio faccio molte infiltrazioni d’anca con acido ialuronico o con PRP (Plasma ricco di piastrine), che sfruttano l’azione dei fattori di crescita. Oppure, tratto il conflitto femoro-acetabolare, una forma di displasia dell’anca (alterazione della morfologia) che porta all’artrosi ma che, intercettato precocemente, permette di fare interventi mininvasivi come l’artroscopia d’anca per rimodellare l’articolazione e ritardare o evitare l’artrosi.
La casistica garantisce la qualità: in Humanitas Cellini la nostra équipe esegue circa 400-450 interventi di protesi d’anca l’anno. All’estero questo approccio è già diffuso e anche in Italia sta prendendo piede, ovvero si tende a non scegliere più l’ospedale sotto casa, ma il centro più idoneo a curare una determinata patologia.
La chirurgia conservativa dell’anca è un ossimoro?
Si contrappone alla chirurgia sostitutiva, in cui al posto dei capi articolari del paziente (la testa del femore e l’acetabolo) vengono messi dei capi sintetici. Nella chirurgia conservativa, invece, i capi articolari sono mantenuti e rimodellati, per riportarli a una forma più fisiologica. È chiamata anche chirurgia preventiva, perché previene o ritarda l’artrosi.
Cosa si intende per ortopedia rigenerativa e ricostruttiva?
L’ortopedia rigenerativa “non esiste”, attenzione agli specchietti per le allodole. Fattori di crescita, PRP, cellule mesenchimali sono tecniche a volte vendute con la promessa di rigenerare la cartilagine. Ma ad oggi nessuno studio qualificato ha dimostrato che la cartilagine possa ricrescere. Le infiltrazioni di PRP, ad esempio, riducono il dolore, l’infiammazione e migliorano la funzionalità, quindi in certi pazienti sono molto utili a rimandare l’operazione, ma non si può ancora parlare con certezza di rigenerazione della cartilagine.
Anche per le infiltrazioni dell’anca è bene scegliere il posto giusto: sono meno diffuse rispetto a quelle a spalla e ginocchio, perché vanno fatte sotto guida radiografica o ecografica. E vanno fatte con tecniche sterili per non aumentare il rischio di infezione in caso di intervento futuro.