Transitorio o persistente, sordo o acuto, a riposo oppure in movimento: il dolore alla spalla può essere molto diversificato e colpisce quasi un adulto su tre almeno una volta nella vita.
L’articolazione della spalla, formata dall’incastro di omero, scapola e clavicola, è coinvolta in una grande varietà di movimenti e dunque sottoposta a sollecitazioni costanti e al rischio di traumi. Quando la sua funzionalità è compromessa può venir meno non solo la mobilità della spalla, ma anche la capacità di estendere, flettere e ruotare il braccio.
Il dolore alla spalla può dipendere da patologie a carico di ossa, muscoli, tendini, legamenti e cartilagini. Spesso si associa a rigidità e perdita di forza, aumenta nelle ore notturne e può raggiungere intensità elevata, anche per la presenza dell’arteria brachiale che, irrorando la spalla, la rende particolarmente sensibile alle affezioni dolorose.
Le cause più comuni sono:
- Lesioni e infiammazioni della cuffia dei rotatori (insieme di muscoli e legamenti che costituisce la spalla), ad esempio tendiniti, borsiti e rotture
- Capsulite adesiva o spalla congelata, patologia che insorge a seguito di traumi (lussazioni, fratture, contusioni) o, più spesso, senza cause apparenti
- Lussazioni della spalla o della clavicola
- Tendinopatia calcifica (deposito di calcio all’interno dei tendini)
- Fratture ossee
- Artrosi della spalla, cioè il progressivo logoramento del tessuto cartilagineo che riveste le superfici articolari.
La diagnosi avviene anzitutto con l’esame obiettivo, cioè la visita diretta da parte dell’ortopedico. Lo specialista valuterà la capacità del paziente di muovere il braccio ed eseguirà specifiche manovre esplorative per inquadrare meglio la situazione. Ad integrazione della visita potrà prescrivere esami strumentali (ecografia, risonanza magnetica o radioscopia) o effettuare l’artroscopia (una piccola incisione della parte interessata) per visualizzare direttamente l’articolazione.