L’ambulatorio di Otorinolaringoiatria del Centro medico di Cascine Vica (Rivoli) studia la capacità auditiva del paziente per porre l’eventuale diagnosi di sordità e valutare la capacità di comprensione delle parole.
L’ambulatorio di Otorinolaringoiatria del Centro medico San Luca di Cascine Vica (Rivoli) comprende il servizio di Audiovestibologia che consente di eseguire esami audiometrici tonali e vocali. Gestito dall’équipe di Otorinolaringoiatria II di Humanitas Cellini diretta dal dottor Maurizio Catalani, l’ambulatorio studia la capacità auditiva del paziente: mediante l’invio di toni puri a frequenze diverse e a intensità diverse, l’esame audiometrico tonale permette di costruire un grafico utile a valutare la perdita uditiva e porre l’eventuale diagnosi di sordità e di grado della sordità. L’esame audiometrico vocale valuta invece la capacità di discriminazione delle parole a varie intensità da parte del paziente.
«Tocca all’otorinolaringoiatra decidere quando è opportuno integrare l’esame audiometrico tonale con quello vocale – spiega il dottor Catalani -. L’unione dei due esami può consentire una diagnosi più approfondita». L’esame audiometrico tonale si esegue all’interno di una speciale cabina insonorizzata e prevede l’utilizzo di un paio di cuffie da mettere sulle orecchie. Analizzando progressivamente i toni medi, poi quegli acuti e infine quelli gravi, il tecnico audiometrista invierà alle cuffie dei suoni e chiederà al paziente di dare un cenno di consenso o di premere un pulsante tutte le volte che percepirà il suono: in questo modo si potrà determinare la soglia uditiva del paziente. Anche l’esame audiometrico vocale si svolge in una cabina silente: il paziente indossa delle cuffie attraverso le quali ascolta liste di parole predeterminate a intensità diversa e deve ripetere all’audiometrista la parola così come l’ha percepita.
«L’esame audiometrico ci permette di definire al meglio l’eventuale “disabilty” del paziente – prosegue il dottor Catalani -, spesso fonte di problemi relazionali e sociali. Soprattutto negli anziani, al calo di udito si associa una minor elasticità mentale e quindi una minore capacità di mettere insieme i pezzi del discorso appena ascoltato». L’associazione tra esame audiometrico tonale e vocale è molto importante anche in certe patologie che interessano il sistema nervoso centrale, una su tutte il neurinoma dell’acustico. «In questi casi, i due esami consentono di eseguire una diagnosi più accurata per poi procedere con gli accertamenti più approfonditi», precisa il dottor Catalani.
Per determinare il tipo di sordità, lo specialista dovrà analizzare contemporaneamente le due vie di conduzione del suono: aerea e ossea. «Nel primo caso, viene studiata la trasmissione del suono lungo la via più naturale: timpano, catena degli ossicini, nervo acustico, cervello – specifica il dottor Catalani -. Nel secondo caso, la scatola cranica funziona come trasmettitore e permette al suono di “saltare” il sistema della via aerea arrivando subito al nervo».
Chi ha bisogno dell’esame audiometrico? «A eseguirlo è molto spesso il paziente che lamenta un’ipoacusia soggettiva – risponde il dottor Catalani -.“Mi sono accorto che sento di meno” o “In famiglia tuti mi dicono che sento di meno” sono le frasi tipiche del paziente ipoacusico». Tuttavia sarebbe sempre meglio che prima dell’esame ci fosse una visita specialistica dell’otorinolaringoiatra. «Capita spesso che a determinare il calo di udito siano solo un banale tappo di cerume oppure un’otite acuta catarrale in corso – conclude il dottor Maurizio Catalani -, quindi non c’è bisogno di alcun esame audiometrico». Per il paziente cha accusa un’ipoacusia, la via più corretta sarebbe quella di rivolgersi al medico di base che, a sua volta, lo invierà all’otorinolaringoiatra o alla visita audiometrica.