Che cos’è il pacemaker?
Il pacemaker è un dispositivo elettrico, dalle dimensioni simili a quelle di una moneta da due euro, che si impianta sottopelle nei pazienti che soffrono di bradicardia e che dunque presentano un ritmo cardiaco troppo lento.
A cosa serve il pacemaker?
Il pacemaker costituisce la terapia più efficace nei pazienti con bradicardia, capace di ristabilire il giusto ritmo cardiaco attraverso l’invio di impulsi elettrici. Questa patologia è caratterizzata da un ritmo lento del cuore (meno di 60 pulsazioni al minuto); a causa di ciò il sangue ossigenato che viene pompato è insufficiente a soddisfare le necessità dell’organismo con conseguenti cali di energia, vertigini, dispnea, svenimenti.
Il pacemaker controlla costantemente il cuore e interviene autonomamente in caso di rallentamento del ritmo cardiaco, inviando impulsi elettrici.
Come funziona il pacemaker?
Il pacemaker viene impiantato sottopelle durante un intervento chirurgico in anestesia locale. Viene posizionato nella zona toracica, sotto la clavicola. Il dispositivo è collegato a uno o due fili (elettrocateteri) a loro volta posti in contatto con il muscolo cardiaco. Le informazioni dal pacemaker al cuore vengono trasmessi dagli elettrocateteri che inviano gli impulsi elettrici qualora necessario.
La programmazione del pacemaker avviene tramite un computer apposito, che consente allo specialista la visualizzazione di tutte le informazioni relative al cuore del paziente e al suo funzionamento.
Il pacemaker è pericoloso o doloroso?
Il pacemaker è piuttosto comune; è un dispositivo sicuro purché vengano adottate tutte le precauzioni fornite dal personale specialistico.
Alcuni rischi sono caratteristici dell’intervento chirurgico, questo viene eseguito in anestesia locale per cui il paziente non sente dolore durante il posizionamento. A operazione conclusa potrebbe avvertire un certo fastidio nella sede dell’incisione e una sensazione di stanchezza.