L’intervento chirurgico per la cura dell’ipospadia ha l’obiettivo di:

  1. Portare il meato uretrale in cima al pene e ricostruire l’uretra mancante.
  2. Correggere la curvatura del pene.
  3. Creare un aspetto estetico del pene, del glande e del meato simile alla normalità.

Oggi la chirurgia dell’ipospadia è caratterizzata da una maggiore attenzione a ridurre il trauma psicologico tramite la scelta della giusta età dell’intervento e la riduzione della ospedalizzazione (2-3 giorni). Inoltre, c’è una maggiore attenzione nel cercare di ottenere un buon risultato non solo funzionale ma anche estetico.

Centro di Chirurgia uretrale-genitale

In Humanitas Cellini è attivo un Centro di Chirurgia dedicato alla cura delle patologie uretrali-genitali specializzato nel trattamento dell’ipospadia.

Quando intervenire?

Per ridurre l’impatto psicologico, l’intervento va eseguito preferenzialmente durante i primi 18 mesi di vita (il bambino non ricorderà l’intervento) oppure al 5°-6° anno, prima dell’inizio dell’età scolare. È consigliabile evitare il periodo tra il 2° ed il 4° anno in cui è difficile gestire il bambino nel periodo postoperatorio e il trauma psicologico dell’intervento lascia un ricordo marcato.

Tipologie di tecniche chirurgiche per l’ipospadia

Esistono più di 200 tecniche chirurgiche descritte.

La scelta dell’intervento dipende dal tipo di ipospadia, dalla conformazione del pene e dall’esperienza del chirurgo. Attualmente le tecniche più impiegate sono:

  • tecnica di Mathieu
  • tecnica di Snodgrass
  • tecnica di Bracka in due tempi

Tecnica di Mathieu

Si scolpisce uno sportellino di cute dalla faccia ventrale del pene che viene ribaltato in avanti a coprire il meato fino in cima al glande.

Tecnica di Snodgrass

La neouretra viene costruita dopo aver inciso e tubulizzato il tessuto della superficie ventrale del pene.

Tecnica di Bracka in due tempi

Durante il primo intervento la superficie ventrale del glande viene allargata tramite un innesto di cute prelevata dal prepuzio o di mucosa buccale. Viene così creato una piattaforma di tessuto nuovo che dopo 3 mesi verrà utilizzata e tubulizzata per costruire l’uretra.

Complicanze

La chirurgia dell’ipospadia è caratterizzata dal 10-30% di complicanze, soprattutto fistole e stenosi uretrali, che possono richiedere un ulteriore intervento chirurgico di riparazione a distanza di almeno 3 mesi dal primo.

La fistola uretrale è la comunicazione tra la neo-uretra ricostruita e l’esterno: l’urina fuoriesce, oltre che dal meato, anche da un “buco” lungo la superficie ventrale del pene. La stenosi è il restringimento della neo-uretra che crea un ostacolo alla fuoriuscita dell’urina.

La probabilità di complicanze è ridotta da:

  • meticolosa accuratezza chirurgica
  • adeguato strumentario chirurgico
  • giusta età del paziente
  • esperienza del chirurgo che esegue di routine questa chirurgia (più di 100 interventi all’anno)

Assistenza post-operatoria

Il bambino viene dimesso il giorno successivo all’intervento per ridurre la degenza ospedaliera e il trauma psicologico.

Per agevolare i genitori nell’assistenza post-operatoria sono utili informazioni su:
• Catetere
• Medicazione del pene

Catetere

Sono utilizzati cateteri piccoli e morbidi (in silicone) che drenano le urine dalla vescica all’esterno. Il catetere viene mantenuto per 6-10 giorni. Nel bambino piccolo viene lasciato aperto, con un gocciolamento continuo nel pannolino. Nel paziente più grande è collegato ad un sacchetto raccoglitore delle urine. Viene mantenuto in sede con un punto fissato al glande o con un palloncino gonfiato in vescica.

Medicazione del pene

La medicazione copre la ferita e immobilizza il pene per pochi giorni. Nei primi giorni dopo l’intervento sono frequenti e normali piccole perdite di sangue e perdite di urina in concomitanza delle spinte durante la defecazione. Dopo la rimozione della medicazione si può osservare un lieve sanguinamento ed un aumento del gonfiore del pene. I segni di un’infezione della ferita sono arrossamento cutaneo, pus e febbre: in questo caso è consigliabile rivolgersi al medico. I punti di sutura sono riassorbibili.

È consigliabile evitare la compressione della regione perineale e scrotale per due mesi e dunque meglio evitare la bicicletta.