Chi può sottoporsi all’intervento per la correzione dell’alluce valgo?
La principale indicazione all’intervento è il dolore avvertito dal paziente come frequenti episodi di borsite, dolore articolare, metatarsalgie, dolori alle dita esterne, a maggior ragione se la sintomatologia è presente anche a fronte dell’uso di calzature comode.
L’intervento è indicato anche in caso di alterazioni funzionali dell’alluce, come insufficienza in fase di spinta con sintomatologia correlata.
Un’altra indicazione è un rapido peggioramento della deformità; l’intervento permette di evitare di dover trattare successivamente deformità più gravi e difficilmente recuperabili.
Non è invece consigliabile l’intervento solo per motivazioni estetiche.
Quali sono le controindicazioni all’intervento per la correzione dell’alluce valgo?
Le controindicazioni sono rappresentate da cattive condizioni generali, dalla presenza di fatti infettivi in atto (come per esempio infezioni ungueali), da patologie vascolari arteriose o venose, da alcune patologie neuromuscolari; ovviamente nei casi dubbi andranno eseguiti accertamenti specifici in merito.
Quale anestesia si utilizza nell’intervento di correzione dell’alluce valgo?
La scelta del tipo di anestesia spetta all’anestesista, in base alla valutazione di dati clinici e strumentali. Nella patologia del piede è possibile l’impiego di quasi tutte le tecniche anestesiologiche (generale, spinale, tronculare), l’orientamento attuale è verso anestesie di tipo periferico, che vengono effettuate bloccando i nervi dell’arto inferiore con una puntura nel cavo popliteo o alla caviglia.
Questo tipo di anestesia ha un tasso di complicanze estremamente basso associato a un effetto analgesico che si prolunga per molte ore nel post-operatorio, con indubbio vantaggio nel confort del paziente.
Come si esegue l’intervento di correzione dell’alluce valgo?
Anche se nel corso degli anni sono stati descritti molti tipi di interventi chirurgici correttivi per l’alluce valgo, attualmente si utilizzano di preferenza tecniche che conservano l’articolazione e correggono le deformità ossee per mezzo di osteotomie (cioè “fratture” artificiali che permettono di spostare l’osso nel modo voluto).
Nella maggior parte dei casi si utilizza una osteotomia della parte distale del 1° metatarsale che permettere di spingere all’interno e di abbassare la prominenza ossea; il frammento dislocato viene successivamente fissato nella posizione voluta, utilizzando viti, fili metallici o altri dispositivi.
Vengono successivamente bilanciati i tendini e i legamenti dell’alluce per assicurarne una corretta posizione.
In casi più rari, in presenza di deformità importanti, l’osteotomia viene realizzata nella parte prossimale del 1° metatarsale o a due livelli contemporaneamente.
Esistono metodi di correzione non chirurgica dell’alluce valgo?
Non esistono sicure dimostrazioni sull’efficacia di correzioni non chirurgiche. L’impiego di tutori notturni non è efficace nell’adulto, in quanto le maggiori forze deformanti si sviluppano durante la deambulazione, mentre nel bambino, dove l’osso è più plastico, sembra che possano avere una qualche utilità.
I presidi da usare durante la deambulazione (separadito o ortesi analoghe) hanno più un effetto sintomatico nell’evitare conflitti con la calzatura o con le dita vicine che un reale effetto correttivo.
I plantari di compenso svolgono contribuiscono a rallentare l’evoluzione della deformità, in caso di importante pronazione del piede; talvolta questi presidi dovrebbero essere utilizzati anche dopo un eventuale intervento per ridurre i rischi di recidiva in piedi predisposti.