Russare può essere un sintomo dell’OSAS, l’ostruzione delle vie aeree superiori che causa un’interruzione nella respirazione durante il sonno: «Affidarsi a un team multidisciplinare è il modo migliore per affrontare e risolvere il problema», spiega il dottor Maurizio Catalani, otorinolaringoiatra di Humanitas Cellini.
I disturbi del sonno condizionano la nostra vita diurna: sonnolenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, ansia e irritabilità figurano tra le conseguenze più evidenti. Le cause vanno spesso ricercate nelle vie aeree superiori che, ostruite in modo totale o parziale, interrompono la respirazione durante il sonno e determinano la cosiddetta OSAS (Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno). «Si tratta di una patologia che, oltre all’evidente aspetto di un sonno disturbato da un forte e frequente russamento, può favorire anche l’insorgere di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari per via della desaturazione di ossigeno che costringe il cuore a un lavoro supplementare», spiega il dottor Maurizio Catalani, responsabile di Otorinolaringoiatria II di Humanitas Cellini.
Il dottor Catalani rappresenta la figura di riferimento del Centro di diagnosi e cura dei disturbi respiratori del sonno di Humanitas Cellini: «Lo studio dei disturbi respiratori del sonno è multidisciplinare – osserva- : conta sulle tre figure cardine di otorinolaringoiatra, odontoiatra e pneumologo ma coinvolge altri specialisti (cardiologo, neurologo e dietologo) importanti nella fase diagnostica e terapeutica». Intrecciare le diverse competenze permettendo una rapida connessione tra i vari specialisti è uno dei punti di forza del Centro dei disturbi respiratori del sonno: «Da noi il paziente viene studiato e curato senza mai essere perso di vista, per lui poter contare in tempo reale sulla soluzione indicata dallo specialista rappresenta un bonus molto importante che lo mette al riparo dal lungo e spesso infruttuoso cammino di chi cerca una soluzione ai problemi legati al russamento».
Otorinolaringoiatra e odontoiatra valutano il paziente sotto il profilo della respirazione analizzando la pervietà e la conformazione anatomica delle vie aeree superiori: naso, bocca, gola. «Spesso l’aspetto esteriore del paziente ci fornisce indicazioni importanti – prosegue il dottor Catalani -: essere sovrappeso, avere un collo taurino o una particolare conformazione della mandibola che va a ridurre lo spazio respiratorio possono rappresentare chiari indizi di OSAS». La diagnosi si basa anche sui sintomi riferiti dal paziente o dal partner (che lo sente russare o andare in apnea) e, in caso di sospetto, si può ricorrere alla misurazione strumentale di una serie di parametri attraverso l’esame di polisonnografia. «È una sorta di Holter del sonno – sottolinea il dottor Catalani -: una piccola scatola che in una notte di sonno nel letto del paziente registra il flusso aereo, il livello di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca, la mobilità respiratoria toracica e addominale e la postura del sonno». Un esame molto complesso e completo che fornisce verdetti importanti: «Ci dice se il paziente soffre di apnee o ipopnee, vale a dire se sospende del tutto o abbassa la frequenza del respiro, ci dà un quadro preciso del numero di questi episodi e della loro durata, della frequenza cardiaca e degli episodi di russamento». Analizzare questo tracciato di ore e individuare in ogni singolo momento i valori e le alterazioni significative conduce il medico a un referto che inquadra il paziente: «Può essere un russatore semplice oppure avere una OSAS lieve, moderata o severa», aggiunge il dottor Catalani.
Una manifestazione lieve della Sindrome può essere risolta dalla perdita di peso, da un intervento di chirurgia minima (correzione del setto nasale deviato, asportazione delle tonsille ipertrofiche) per mano dell’otorinolaringoiatra o dall’applicazione di un “oral device” (che porta avanti la mandibola e la base della lingua creando spazio all’interno della bocca) da parte dell’odontoiatra. Quando l’OSAS è più severa s’interessa invece lo pneumologo che di norma suggerisce l’utilizzo del C-Pap: «Una maschera applicata su naso e bocca per forzare il passaggio dell’aria favorendo così una migliore ossigenazione del sangue», precisa il dottor Catalani. Se però il paziente non tollera o rifiuta l’uso della C-Pap, può essere sottoposto alla Sleep Endoscopy: «L’endoscopia delle vie aeree superiori, eseguita in sala operatoria durante una fase di sonno indotta dai farmaci in modo più naturale possibile», un esame della durata di 15-20 minuti che permette di individuare con precisione dove si trova il sito di collasso e ostruzione delle vie aeree: «Retro del palato? Base della lingua? Epiglottide? Esaminare il paziente che dorme e russa o va in apnea consente allo specialista di capirlo e di proporre la soluzione più adeguata che può, in limitati casi ben studiati, portare anche a interventi di roncochirurgia con tecniche innovative sul palato e sulla faringe».
Il tratto fondamentale del Centro di diagnosi e cura dei disturbi respiratori del sonno è rappresentato dalla totale presa in carico del paziente: «Qualunque siano la natura e la misura del problema segnalato dal russamento . conclude il dottor Maurizio Catalani -, il nostro Centro ha le competenze e le strumentazioni utili a diagnosticarlo e curarlo all’interno di un’azione combinata che mette il paziente in condizione di relazionarsi con tutti gli specialisti coinvolti nel suo percorso senza mai sprecare né tempo né esami».