Il neurochirurgo, responsabile di Chirurgia Vertebrale III di Humanitas Cellini, ospite di “A Tutta Salute”: «Adottare posture corrette, praticare sport, evitare sforzi eccessivi e smettere di fumare può aiutarci a contrastate una patologia molto diffusa e fastidiosa».

Mal di schiena: circa l’80 per cento della popolazione compresa tra i 20 e i 50 anni di età soffre di lombalgia o lombosciatalgia. Il 90 per cento di loro guarisce ma, ogni anno, sono circa 30mila le persone che subiscono un intervento chirurgico alla colonna vertebrale.

DI questo e altro ha parlato mercoledì 14 novembre il dottor Carlo Alberto Benech, neurochirurgo e responsabile di Chirurgia Vertebrale III di Humanitas Cellini, ospite in studio alla trasmissione “A Tutta Salute” condotta su Rai Tre da Michele Mirabella e Pier Luigi Spada. In particolare, il dottor Benech s’è soffermato sull’ernia del disco, spiegandone natura e accorgimenti: «Il disco intervertebrale – ha osservato – è una struttura fibrocartilaginea posta tra una vertebra e l’altra con la funzione di cuscinetto ammortizzatore, visto che il carico corporeo si scarica sulla schiena». Il disco è formato da due componenti: una parte centrale chiamata nucleo polposo e una parte periferica, l’anulus fibroso, che contiene il nucleo polposo. «Si parla di ernia del disco quando una parte del nucleo polposo fuoriesce attraverso l’anello contenitivo, va nel canale vertebrale e confligge con le strutture nervose», ha spiegato il dottor Benech.

Le ernie più frequenti sono quelle discali lombari (rappresentano circa il 65 per cento), seguite dalle ernie discali cervicali (25 per cento) e da quelle dorsali (10 per cento). «L’ernia discale lombare è la più frequente perché la zona lombare è quella più bassa ed è deputata a supportare la maggior parte del peso corporeo, quindi è più soggetta a usura», ha affermato il dottor Benech.

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La stragrande maggioranza delle ernie guarisce spontaneamente: il nucleo polposo è composto per il 90 per cento d’acqua e, se trattato adeguatamente, tende naturalmente a disidratarsi: «Questo processo di guarigione spontanea dura circa tre mesi – ha osservato il dottor Benech -, ma se tre mesi di terapia conservativa (farmaci, riposo, fisioterapia) non si rivelano efficaci si può ragionevolmente pensare all’intervento chirurgico. Tuttavia, nel caso in cui la sintomatologia oltre al dolore comprende anche disturbi del movimento, la chirurgia deve essere presa in considerazione ben prima».

Peraltro oggi la chirurgia si avvale di approcci percutanei che non richiedono l’incisione della cute perché si entra direttamente nel disco mediante un sondino e grazie alla guida radioscopica: «All’interno del disco vengono inoculate alcune sostanze allo scopo di vaporizzare il nucleo polposo e velocizzando il processo di naturale disidratazione – ha precisato il dottor Benech -. Si tratta di un intervento eseguito in regime ambulatoriale e in anestesia locale, più rapido e meno invasivo per il paziente».

In tema di prevenzione, infine, il dottor Carlo Alberto Benech si è soffermato su quattro aspetti in particolare: «Per prevenire l’ernia del disco – ha concluso – è consigliabile adottare posture corrette, praticare sport, evitare sforzi eccessivi e smettere di fumare».

Cliccando qui potrai rivedere la puntata di “A Tutta Salute” con in studio il dottor Carlo Alberto Benech.

 

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