«È uno strumento indispensabile per la diagnosi precoce del tumore cutaneo che a Torino presenta un’incidenza di casi molto elevata», spiega il dottor Stefano Titli, dermatologo di Humanitas Cellini. La Clinica ha adottato un sistema di acquisizione e gestione immagini che offre informazioni precise e dettagliate sullo sviluppo della lesione.
Un innovativo modello di videodermatoscopio, utilizzato per la diagnosi e il follow-up di lesioni cutanee sospette, utile in particolare contro il melanoma e gli altri tumori della pelle. La Dermatologia di Humanitas Cellini dispone di “Heine Cube”, innovativo sistema di acquisizione e gestione di immagini dermatologiche e dermoscopiche che garantisce immagini digitali ad alta risoluzione e consente di impostare il profilo delle immagini pregresse su quelle “live” dell’acquisizione in corso: lo specialista ha a disposizione l’assoluta confrontabilità delle immagini e può ottenere subito informazioni sullo sviluppo della lesione. «La prevenzione del melanoma, tumore maligno della pelle, rappresenta la principale applicazione del videodermatoscopio di Humanitas Cellini, particolarmente preziosa in una realtà come quella di Torino che presenta un’incidenza di casi molto elevata», sottolinea il dottor Stefano Titli, dermatologo di Humanitas Cellini.
Dottor Titli, perché è così importante dedicare tanta attenzione al melanoma e alla sua prevenzione? E perché Torino detiene questo poco piacevole primato?
«Se a livello nazionale il numero di casi di melanoma è di 12 su 100mila abitanti, a Torino saliamo a 19 su 100mila ed è perciò più che mai opportuno prendere le dovute precauzioni. La popolazione della nostra città risulta particolarmente a rischio per via del fototipo tendenzialmente chiaro e per colpa dell’esposizione intermittente ai raggi ultravioletti: prendere il sole con comodità al mare o in montagna, destinazioni che da Torino si possono raggiungere in tempi molto rapidi, espone la nostra pelle al sole in modo violento, intermittente e, perciò, pericoloso. A Torino come altrove giocano un ruolo sempre importante i fattori di familiarità e la numerosità dei nei, mentre a elevare il livello d’incidenza del melanoma ha anche contribuito l’abuso incontrollato delle lampade abbronzanti registrato negli ultimi anni».
Come si agisce per prevenire il melanoma?
«Partendo da una buona prevenzione primaria che sensibilizzi sulla corretta esposizione solare e sulla riduzione, per intensità e frequenza, del numero di lampade abbronzanti. A noi medici tocca invece lavorare soprattutto sulla prevenzione secondaria, in special modo quando ci troviamo di fronte a un paziente particolarmente a rischio per via del numero di nei, del fototipo chiaro o di una storia pregressa di esposizione solare».
In che modo può esservi d’aiuto il sistema di acquisizione e gestione di immagini dermatologiche e dermoscopiche oggi a disposizione di Humanitas Cellini?
«In ottica di prevenzione è molto importate poter disporre di strumenti di alta qualità tecnologica che ci aiutino ad avere una situazione chiara del quadro cutaneo del paziente, da memorizzare e confrontare anche in futuro. Molto spesso il melanoma, nella sua variante a lenta crescita, fornisce nel corso del tempo dei segnali di cambiamento e proprio la presenza di fattori di modificazione risulta un elemento chiave nella nostra diagnosi. Il videodermatoscopio ci permette di migliorare l’accuratezza diagnostica grazie alle immagini ad alta risoluzione e ci consente il follow up del paziente attraverso il confronto delle lesioni nel corso del tempo. Il sistema Heine Cube di Humanitas Cellini adotta una modalità portatile che regala ulteriori vantaggi: la comodità di uno strumento utilizzabile in diversi ambulatori e il collegamento a un database centralizzato di immagini al quale è possibile accedere in ambito chirurgico e istopatologico, quindi prima e dopo l’asportazione della lesione».
Possiamo quindi dire che ci stiamo ben attrezzando per fronteggiare i pericoli rappresentati dal melanoma?
«Di fronte a una media di circa 500 nuovi casi l’anno in Piemonte, possiamo dire che nella maggior parte delle volte ci troviamo di fronte a forme di melanoma assolutamente superficiali che vengono risolte chirurgicamente e per sempre. Il paziente adeguatamente sensibilizzato si presenta precocemente dal dermatologo perché si è accorto di una qualche manifestazione cutanea: un nuovo neo, un cambiamento di colore, forma o dimensione, un margine particolarmente irregolare o l’asimmetria della lesione. Più in fretta si segnala la manifestazione della pelle e più facile diventa ottenere la guarigione completa, ecco perché la diagnosi precoce rimane fondamentale».
Chi deve rivolgersi al dermatologo per una visita specialistica?
«Sicuramente chi ha bisogno di un controllo nei per fattori di rischio particolari: familiarità per melanoma, pregressa asportazione o fortissima presenza di nei, fototipo chiaro, esposizione solare per motivi professionali. Ma in generale la visita è suggerita a tutti, specie nel caso in cui vengono notate modificazioni cutanee o si intende tenere sotto controllo la mappatura dei propri nei. L’incidenza principale del melanoma si registra tra i 35 e i 65 anni di età, quella è la fascia di rischio maggiore nella quale occorre tenere più alta l’attenzione».