Chirurgia vitreoretinica: l’équipe del dottor Felice Miranti e dal dottor Marco Jacobbi esegue in Humanitas Cellini gli interventi chirurgici che riguardano tutte le patologie della retina e del corpo vitreo. «Attrezzature specifiche e affiatamento tra gli specialisti sono condizioni essenziali per la buona riuscita di operazioni che garantiscono ottimi risultati anatomici e funzionali».
Chirurgia vitreoretinica in Humanitas Cellini: da marzo, l’équipe di Oculistica II diretta dal dottor Felice Miranti e dal dottor Marco Jacobbi esegue gli interventi che vanno a curare le malattie della parte posteriore dell’occhio, patologie della retina e del corpo vitreo che si possono riassumere in cinque macro argomenti: distacco della retina, retinopatia diabetica, patologie vitreali, trazioni vitreomaculari, maculopatie.
«Ogni anno, per via di una di queste patologie, sono circa tremila le persone che in Piemonte hanno la necessità di ricorrere a un intervento di chirurgia vitreoretinica», spiega il dottor Miranti. «Si tratta di interventi lunghi e complessi che richiedono la dotazione di una serie di attrezzature specifiche, la capacità di gestire cambiamenti continui nell’approccio chirurgico e la necessità di un grosso affiatamento tra i componenti dell’équipe oculistica». In questo senso, Oculistica II di Humanitas Cellini si appoggia sui quindici anni di lavoro comune che il dottor Miranti e il dottor Jacobbi hanno realizzato con gli altri medici dell’équipe: Cristina Battista, Patrizia Musso, Luca Ventre, Ettore Renis, Luisella Camerino, Francesca Fronticelli ed Elena Boero. «Il nostro gruppo lavora insieme dal 2003 e ha eseguito una media di 800 interventi l’anno per un totale complessivo di 12mila operazioni di chirurgia vitreoretinica», precisa il dottor Miranti.
Quella vitreoretinica è una chirurgia molto delicata e mininvasiva: «Gli interventi di vitrectomia registrano l’ingresso nella parete dell’occhio di tre piccole sonde che, attraverso forellini grandi meno di un millimetro, consentono a una serie di strumenti di precisione di liberare la retina dalle fibrosi e dalle aderenze presenti – prosegue il dottor Miranti -. Si tratta di interventi che garantiscono ottimi risultati anatomici e funzionali e che, nei casi di retinopatia diabetica o di distacco della retina, salvano un occhio altrimenti destinato alla cecità». In sostegno della retina vengono altresì utilizzate le cosiddette sostanze tamponanti che hanno il compito di spingere la retina: «Una miscela di gas o aria che si riassorbe spontaneamente dopo venti giorni od olio di silicone per rimuovere il quale è necessario un nuovo intervento chirurgico dopo tre mesi – specifica il dottor Miranti -. Sono ambedue molto efficaci, il loro utilizzo dipende dalla patologia e alla situazione clinica dell’occhio».
L’équipe di Oculistica II di Humanitas Cellini esegue anche interventi chirurgici sulla parete esterna dell’occhio, in particolare per quanto riguarda il distacco della retina. «È un’operazione che può anche essere eseguita in vitrectomia – conferma il dottor Miranti -, tuttavia in determinate situazioni si ricorre a una chirurgia particolare che con l’ausilio di alcuni anelli di silicone spinge la parete dell’occhio verso la retina e non viceversa». Altrettanto delicata e importante è l’operazione che riguarda la dislocazione del cristallino, che sia quello naturale o quello inserito dopo l’intervento di cataratta: «È una situazione che si può verificare dopo un trauma, la nostra tecnica chirurgica permette di recuperarlo e di sostituirlo con appositi cristallini artificiali che vengono ancorati alla parete dell’occhio».