«Ischemia critica? Spesso è il trattamento endovascolare è l più indicato o addirittura l’unico possibile», precisa il dottor Claudio Rabbia, responsabile del Dipartimento di patologia vascolare degli Ospedali Humanitas di Torino.
«Nei casi di ischemia critica degli arti inferiori, il trattamento endovascolare rappresenta di frequente quello più indicato o addirittura l’unico possibile». Il dottor Claudio Rabbia, responsabile del Dipartimento di Patologia vascolare degli Ospedali Humanitas di Torino, sottolinea l’importanza della terapia endovascolare anche nell’ambito di questa patologia molto diffusa, capace di colpire in modo particolare gli uomini che hanno superato il 60esimo anno di età, le persone con il diabete e quelle che in giovane età denunciano patologie infiammatorie della parete arteriosa. «Agire tempestivamente attraverso gli strumenti diagnostici a nostra disposizione è fondamentale – aggiunge il dottor Rabbia -. L’obiettivo è quello di prevenire più gravi conseguenze ed evitare al paziente la condizione di lamentare dolore alle gambe in una situazione di riposo».
La moderna apparecchiatura di Ecodoppler utilizzata in Humanitas Cellini per mano della dottoressa Roberta Eva Pini e della dottoressa Carla Suriani, medici del team di Radiologia interventistica vascolare dell’Ospedale che nel corso del 2015 ha realizzato oltre 500 interventi di terapia endovascolare, permette ai pazienti di disporre di un servizio di Diagnostica vascolare ultrasonografica di alto livello: «Prima e dopo il trattamento endovascolare o chirurgico – precisa il dottor Rabbia -, il paziente può infatti servirsi di un’attrezzatura in grado di garantirgli anche un follow up altrettanto adeguato»
Più in generale. la quota di pazienti con una malattia occlusiva delle arterie periferiche che deve ricorrere alla terapia endovascolare supera oggi il 70 per cento del totale: «E’ un numero in costante aumento – aggiunge il dottor Rabbia -: oggi le persone vivono più a lungo ma l’avanzare dell’età porta spesso con sé una malattia arteriosclerotica che di frequente colpisce gli arti inferiori». Il lavoro dei radiologi interventisti è allora quello di riaprire l’arteria per mezzo di una tecnica mininvasiva che favorisce il recupero dell’arto interessato: «Rispetto alla chirurgia tradizionale, il trattamento endovascolare risulta mininvasivo perché eseguito per via percutanea: arteriopatia periferica, restringimento della carotide, aneurisma dell’aorta addominale, malformazioni artero-venose e varicocele sono tutte patologie che trattiamo attraverso la terapia endovascolare all’interno della Sala angiografica di Humanitas Cellini», conclude il responsabile del Dipartimento di patologia vascolare.