L’intervento per le vene varicose in Humanitas Cellini è indolore, dura meno di venti minuti e consente un recupero più veloce.
Chiudere le vene varicose con la colla: come funziona l’intervento?
Si tratta della più moderna tra le tecniche endovascolari che negli ultimi anni hanno permesso di dire addio per sempre a tagli, suture e fastidiosi post operatori. Il cianoacrilato consente di eseguire dall’interno della vena la chiusura definitiva della safena malata grazie all’energia prodotta dalla piccola sonda utilizzata per l’operazione. È un intervento che dura meno di venti minuti e che si svolge in maniera del tutto indolore, senza necessità di anestesia locale.
Vene varicose: quante persone vengono colpite da questa patologia?
Nella popolazione adulta la patologia venosa è molto diffusa: interessa quasi il 40 per cento di chi ha superato i 35 anni e riguarda un cinquantenne su due. Sono le donne a essere più esposte. Per loro, il rischio di sviluppare una malattia venosa è tre volte maggiore di quello degli uomini. In ogni caso è pericoloso considerare le varici un semplice disturbo estetico: se trascurata, la patologia venosa diventa evolutiva e può peggiorare nel tempo fino a registrare quadri molto avanzati di disturbi alle gambe, con un peso sociale significativo.
Quali tecniche esistono per trattare le vene varicose?
Le tecniche endovascolari comprendono anche il laser e la radiofrequenza, ambedue utilizzate da sei anni nel Centro di chirurgia venosa di Humanitas Cellini. «Si tratta di procedure che rispetto ai metodi tradizionali registrano una elevatissima percentuale di successo, ancora maggiore se eseguita in un Centro specializzato come il nostro che le utilizza nell’80 per cento dei circa 500 interventi eseguiti ogni anno. Validate a livello internazionale e diffuse in particolare nel Nord Europa e negli Stati Uniti, queste tecniche endovascolari mettono il paziente in condizione di riprendere a camminare sulle proprie gambe appena mezzora dopo la fine dell’intervento.
Il cianoacrilato, in particolare, rappresenta il futuro nel trattamento della malattia della vena safena perché abbina all’elevata efficacia la possibilità di un recupero più celere. «È la tecnica ideale per tutta una serie di pazienti : soggetti molto magri, sportivi, intolleranti all’anestesia locale o allergici a determinati farmaci. A tutti loro la “colla” consente un trattamento della patologia che non comporta dolore, garantisce un eccellente risultato estetico e permette l’immediata ripresa delle attività quotidiane».