Adatta a patologie muscolo-tendinee e ossee, non ha importanti effetti collaterali ed è ripetibile: «Riduce di molto il dolore e favorisce la mobilità articolare», afferma il dottor Federico Fusaro. La Clinica Cellini dispone di un apparecchio a onde focalizzate che “inquadra” l’area da trattare.
Onde d’urto per sconfiggere le patologie di muscoli, tendini e ossa. Le ha adottate la Clinica Cellini, da oggi in possesso di un apparecchio di nuova generazione che sarà d’aiuto per i pazienti alle prese con patologie che in molti casi potrebbero anche richiedere l’intervento dei ferri del chirurgo.
Quella in uso alla Clinica Cellini è una terapia a onde d’urto focalizzate: impulsi pressori ad alta energia che stimolano i processi di riparazione aumentando il flusso sanguigno nel tendine e riducendo l’infiammazione. «La terapia con le onde d’urto focalizzate – osserva il dottor Federico Fusaro, radiologo della Clinica Cellini – costituisce una delle metodiche più diffuse ed efficaci nel trattamento extracorporeo di patologie muscolo-tendinee e ossee in ortopedia, fisioterapia eriabilitazione».
«Nella maggior parte dei casi – prosegue il dottor Fusaro – l’utilizzo delle onde d’urto è in grado di ottenere una forte riduzione del dolore e un netto miglioramento della mobilità articolare, evitando spesso di incorrere in altre terapie più invasive, come ad esempio quelle chirurgiche». Un vantaggio che si abbina ad altri punti di forza di questa terapia: «Non ha né importanti effetti collaterali né un effetto lesivo sulle fibre tendinee ed è una terapia ripetibile nel tempo».
Il trattamento con le onde d’urto non richiede l’utilizzo di sedativi o anestetici ed è di norma ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti. Un ciclo di terapie si compone di tre o quattro sedute (dipende dalle indicazioni fornite dall’ortopedico o dal fisiatra) della durata di pochi minuti, eseguite a distanza di una o due settimane l’una dall’altra.
Ma quali sono le patologie più comuni affrontate con le onde d’urto focalizzate? Si va dalle tendinopatie degenerative (calcifiche e non) della spalla allatendinopatia Achillea e fascite plantare, dal gomito del tennista (epicondilite) a quello del golfista (epitrocleite) passando per il Morbo di de Quervain, latendinopatia rotulea e quadricipitale, quella glutea (trocanterite) fino alla pubalgia.
Tuttavia le onde d’urto focalizzate possono farsi carico anche di altre patologie: ritardi di consolidamento/pseudoartrosi, necrosi asettica testa omero/femore, fratture da stress, algoneurodistrofia, condrocalcinosi, rigidità articolare, miositi ossificanti, borsiti, fibromatosi, trattamento dei “trigger point”. «Uno degli ulteriori punti di forza delle onde d’urto focalizzate è la precisione – conclude il dottor Fusaro -: è possibile regolare la profondità di penetrazione delle onde, focalizzando così in modo diretto l’energia sull’area da trattare».