«Non facciamoci condizionare dal colore delle lenti – spiega il dottor Francesco Mele -. Ciò che conta è la protezione dai raggi ultravioletti che possono risultare molto dannosi»
Con le pinne, il fucile e gli occhiali… da sole. D’estate tutti al mare, dove oltre alla pelle è più che mai opportuno proteggere anche gli occhi, dotandosi di lenti adeguate e riservando il massimo dell’attenzione ai bambini. «Di norma indossiamo gli occhiali da sole perché ci dà fastidio la luce – spiega il dottor Francesco Mele, oculista di Humanitas Cellini – Lo facciamo per comfort visivo ma non è questa l’azione più importante compiuta dalle lenti da sole, che in realtà sono filtri che selezionano e lasciano passare solo determinate lunghezze d’onda bloccandone altre». Perché filtrare solo determinati raggi luminosi? »Perché se assorbiti in eccesso possono risultare dannosi per l’organismo», prosegue il dottor Mele. «Noi vediamo solo una parte delle radiazioni luminose, quella compresa tra una lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 780 nanometri. Sotto i 380 siamo nel campo degli ultravioletti e sopra i 780 in quello degli infrarossi che avvertiamo perché scaldano. Degli ultravioletti, al contrario, non ci accorgiamo ma sono in grado di provocare ustioni sulla pelle e danni oculari. Quelli acuti sono rappresentati dalla cheratite attinica o dal danno maculare da eclissi. Ma troppo sole può provocare anche patologie croniche come la cataratta, la maculopatia o lo pterigio, un tumoretto benigno che tende a invadere la cornea e che, non a caso, è molto più frequente nelle popolazioni più esposte al sole».
«Ecco perché è buona norma proteggersi con occhiali da sole di buona qualità – insiste il dottor Mele -. Devono essere avvolgenti e quindi più grandi degli occhiali da vista che usiamo tutti i giorni, in quanto la luce può colpirci in modo diretto o in modo riflesso, come avviene con l’acqua o la neve: maggiore è la superficie che gli occhiali coprono e maggiore sarà la protezione garantita».
Ma come orientare la propria scelta quando si decide di acquistare un paio di occhiali da sole? «Acquistando lenti che proteggano realmente dai raggi ultravioletti – risponde il dottor Mele -. Ad esempio se è presente la scritta UV400 significa protezione dalle radiazioni fino ai 400 nanometri, quelle più pericolose». Una protezione indipendente dal colore delle lenti: «Possono anche essere trasparenti e risultare efficaci nel filtrare i raggi UV», assicura il dottor Mele. Il colore provvede solo a filtrare una componente luminosa dello spettro del visibile (quello compreso tra i 380 e i 780 nanometri): «Possiamo sceglierle marroni, azzurre, verdi o del colore che ci offre il maggior comfort soggettivo. Ma non è il colore a difenderci dalle insidie dei raggi ultravioletti. E’ possibile scegliere anche lenti fotocromatiche (che si schiariscono al buio e si scuriscono alla luce) e lenti degradanti (hanno una colorazione variabile, e quindi una trasmissione di luminosità mutevole sulla lente). Per chi ha bisogno di una correzione ottica per la guida possono essere utili degli schermi mobili applicabili sugli occhiali da vista oppure degli occhiali da sole graduati». Mentre una minore attenzione può essere riservata a chi è stato operato di cataratta: «I cristallini artificiali di ultima generazione che inseriamo nell’occhio durante l’intervento sono già dotati di filtro per gli UV – rileva il dottor Mele – e in alcuni casi anche per il viola e il blu indaco, quindi offrono una buona protezione per la retina».
Massima attenzione va riservata in questo senso ai bambini: «Sono i più esposti perché stanno al sole per ore e perché il loro cristallino lascia passare più luce di quello di un adulto». Ed è anche per questa ragione che risulta più che mai opportuno non fidarsi di occhiali da sole improvvisati: «Comprarli per tre euro in una bancarella non è una buona soluzione – conclude il dottor Francesco Mele -. Possono avere lenti che danno un buon comfort visivo ma che non offrono alcuna protezione. E’ allora sempre meglio rivolgersi a un ottico per scegliere assieme a lui il tipo e l’intensità del filtro da adottare».