«L’esame verifica la funzionalità dei muscoli e la velocità di conduzione dei nervi evidenziando la lesione e fornendo informazioni», spiega la dottoressa Sciarretta.
Cosa ci stanno dicendo i nostri muscoli e i nostri nervi? Di quali patologie soffrono? E qual è la corretta diagnosi per poterli poi curare al meglio? A queste domande risponde l’esame di elettromiografia che la dottoressa Antonella Sciarretta, medico neurologo, esegue in Humanitas Cellini con l’ausilio del tecnico di neurofisiologia.
«Si tratta di un esame che riguarda due elementi del sistema nervoso periferico – spiega la dottoressa Sciarretta -: il muscolo e il nervo. L’elettromiografia serve a valutare la funzionalità dei muscoli, mentre alla elettroneuronografia tocca misurare la velocità di conduzione dei nervi. E’ un esame che può essere sostenuto da pazienti di tutte le età, bambini compresi. Non ha particolari controindicazioni ma è bene segnalare al medico quando il paziente è portatore di pacemaker o assume anticoagulanti orali».
«Quello della misurazione della velocità di conduzione dei nervi è un esame per nulla invasivo – continua la dottoressa Sciarretta -: al paziente vengono applicati dei semplici elettrodi di superficie che, stimolati elettricamente, dicono se il nervo è sano, integro o bloccato in un certo punto». Diagnosi legate a sindromi da intrappolamento (come il nervo mediano nel canale del carpo o il nervo ulnare intrappolato nel gomito) sono tra le più frequenti e tra le più precise: «Nel caso del tunnel carpale – conferma la dottoressa Sciarretta – è proprio l’elettromiografia a rappresentare l’esame dirimente, quello che fornisce la diagnosi certa».
L’esame di elettromiografia localizza la lesione e fornisce informazioni sul processo patologico in atto, valutandone gravità e andamento temporale. «E’ allo stesso modo un esame molto prezioso per i chirurghi vertebrali – prosegue la dottoressa Sciarretta -. Nel caso di problemi alla colonna, l’esame fornisce indicazioni precise su quali sono le radici nervose interessate. Il paziente che, ad esempio, soffre della classica lombosciatalgia può sottoporsi a elettromiografia per scoprire, attraverso l’esame dei muscoli che dipendono da quelle radici, quali sono le radici nervose più coinvolte o compromesse». Nel muscolo esaminato viene perciò inserito un elettrodo ad ago sterile monouso, sottile e di lunghezza variabile, necessario per registrare l’attività elettrica a riposo durante la contrazione muscolare. «Niente paura. Non la definirei una procedura dolorosa – precisa la dottoressa Sciarretta –. Provoca un piccolo fastidio che dipende dalla sensibilità del paziente ma che è assolutamente sopportabile».
L’elettromiografia rappresenta un completamento dell’esame clinico del paziente: può anticipare o seguire quello di Risonanza magnetica e può interessare gli arti inferiori, gli arti superiori o, in taluni casi, tutti e quattro gli arti, Dura circa venti minuti e offre la refertazione immediata che consente al paziente di uscire dall’ambulatorio medico con la propria diagnosi: «D’abitudine – conclude la dottoressa Antonella Sciarretta – cerco di non limitarmi al solo referto ma mi preoccupo di fornire al paziente anche alcune indicazioni legate a cure o ad altri esami utili a chiarire origini e cause della neuropatia in atto».