«Tenere pulite le fosse nasali significa spazzare via le sostanze che raggiungono le nostre mucose e producono la reazione infiammatoria», spiega il dottor Roberto Marino.

 

Le allergie non vanno in ferie neanche in estate: i pollini di ambrosia, artemisia, assenzio, parietaria e altre piante erbacee scelgono anzi la stagione estiva per diffondersi e rendere più complicata la vita del paziente allergico.

«Ciascuna stagione ha i suoi pollini – osserva il dottor Roberto Marino, otorinolaringoiatra di Humanitas Cellini -. Così come ciascuna area geografica ha le proprie caratteristiche di pollinazione che, di stagione in stagione, dipendono anche dal meteo». Umidità, intensità delle piogge e variabilità del clima possono determinare cambiamenti importanti nella fioritura delle piante e nella conseguente diffusione dei pollini. Quest’anno, ad esempio, l’inverno mite e secco ha anticipato la pollinazione: «A gennaio erano già presenti pollini che di norma si manifestano a marzo o aprile – prosegue il dottor Marino -, una situazione che ha determinato l’anticipo di tutte le forme di allergia stagionale. Le piogge di maggio e giugno hanno dato un po’ di tregua ai soggetti allergici, almeno fino a quando non è arrivato il caldo estivo con il suo carico di pollini di stagione».

 

Per le vacanze, il paziente allergico ha sicuramente imparato a scegliere una meta idonea alle sue esigenze, magari facendosi aiutare dai bollettini pollinici che, regione per regione, individuano i periodi e le tipologie di pollini in grado di attaccare il suo sistema immunitario. «Di norma – aggiunge il dottor Marino – il paziente allergico è già stato valutato dal medico di base e successivamente da uno specialista (otorinolaringoiatra, allergologo, eventualmente pneumologo od oculista) dal quale ha ricevuto istruzioni su quali rimedi assumere». In molti casi si tratta di farmaci antistaminici («Quelli di ultima generazione non provocano più quella sonnolenza che, in alcuni casi, ne scoraggiava l’utilizzo», precisa il dottor Marino) o di cortisonici, utilizzati a livello nasale per ridurre la produzione di secrezione e la reattività nasale.

«Tra mare e montagna, consiglio sempre il primo perché l’aria marina è meno pregna di pollini», afferma il dottor Marino. Che in materia di prevenzione non ha dubbi: «Lavare il naso è la terapia migliore, valida per i bambini e per gli adulti – dichiara -. Tenere pulite le fosse nasali attraverso soluzioni isotoniche significa spazzare via le sostanze che entrano in contatto con le nostre mucose fino a determinare la reazione infiammatoria. Prendere l’abitudine di lavare via queste sostanze prima che la reazione abbia luogo o durante la reazione stessa significa ridurre drasticamente il carico infiammatorio».

Una raccomandazione che non è rivolta solo ai soggetti allergici. «Lavare il naso con frequenza, proprio come facciamo con le mani o con i denti, è un’opera di grande prevenzione – rimarca il dottor Marino -. Farlo tre volte al giorno è utile a chi è allergico per evitare che il polline vada a contatto e stimoli il suo sistema immunitario, ma è un’operazione che spazza via anche virus e batteri che sono alla base delle infezioni alte vie respiratorie e polveri, responsabili della rinite perenne che rappresenta un’altra fetta importante della patologia allergica».

Perché non va mai dimenticata una cosa: «Le vie respiratorie sono una via di ingresso che lavora senza soste per ventiquattr’ore al giorno – conclude il dottor Roberto Marino -. Lavare il naso significa mantenerle pulite ed evitare quelle infiammazioni delle mucose che rendono talvolta necessario il ricorso ai cortisonici. Tra i miei pazienti vedo molta attenzione dei genitori verso i propri figli ma sarebbe bene che gli adulti, allergici o non allergici, riservassero altrettanta attenzione anche a se stessi».