L’antibiotico-resistenza è un allarme mondiale, sottolineato anche dal Ministro Lorenzin. Humanitas Cellini adotta da due anni una procedura che ne limita l’utilizzo inappropriato.
Si parla di resistenza agli antibiotici quando un batterio sviluppa la capacità di resistere all’azione di un antibiotico: l’abuso e l’utilizzo inappropriato di questi farmaci ha favorito lo sviluppo di un fenomeno che ha fatto scattare un allarme planetario richiamato di recente anche dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «L’antibiotico-resistenza è un’emergenza mondiale che rappresenta la prima causa di morte negli ospedali, evidenziata in ambito Ghsi (Global Health Security Initiative) e Oms». I batteri che hanno “sviluppato resistenze” all’antibiotico possono infatti causare con maggiore facilità alle infezioni ospedaliere. In questo senso, prestigiose società americane di epidemiologia (Shea e Idsa) hanno confermato che per ridurre queste forme di resistenza è necessario ridurre l’uso di antibiotici.
Dal 2014 Humanitas Cellini applica in questo ambito una procedura che ha portato a una netta diminuzione dell’utilizzo di antibiotici nonché a un significativo contenimento dei costi (quelli degli antibiotici rappresentano, di norma, circa il 30 per cento del budget dei medicamenti di un ospedale). «Nel luglio di due anni fa, in seguito a un lavoro che ha coinvolto la Direzione sanitaria, gli specialisti infettivologi nostri consulenti e il Comitato infezioni ospedaliere di Humanitas Cellini e Clinica Fornaca, abbiamo rivisto le nostre procedure riguardanti l’antibioticoprofilassi in chirurgia, che deve essere limitata al periodo perioperatorio», conferma la dottoressa Renata Ranieri, Direttore sanitario di Humanitas Cellini. «La nuova scheda operativa “Antibiotico profilassi in chirurgia” interessa tutte le specialità chirurgiche dell’ospedale ed essendo stata presentata e discussa con gli specialisti operanti presso la nostra struttura continua a trovare consensi e piena applicazione», aggiunge.
In Urologia vengono applicati schemi terapeutici di antibiotico-profilassi che solo in determinati casi sono seguiti dalla terapia antibiotica per il paziente. «Esistono fattori legati all’intervento e fattori legati al paziente, quali terapie o malattie immunodeprimenti, che ne suggeriscono l’utilizzo – specificano il dottor Ugo Ferrando e la dottoressa Giuseppina Cucchiarale, urologi di Humanitas Cellini -. In quei casi si fa ricorso alla profilassi antibiotica che, viceversa, viene risparmiata a chi non rientra nei fattori di rischio». Significa fare un uso appropriato dell’antibiotico: «Evitiamo di darlo a chi non ne ha bisogno – ribadiscono i medici dell’Urologia di Humanitas Cellini – e facciamo così del bene alla sua salute presente e futura. In più, sgraviamo la spesa sanitaria di un costo superfluo».
Lo studio compiuto dagli urologi di Humanitas Cellini ha osservato 1.160 pazienti e, applicando l’apposita procedura, ha condotto a risultati molto significativi: «Le indicazioni terapeutiche attuali ci hanno portato a utilizzare 1848 dosi a fronte delle 4473 che avremmo adoperato con le precedenti abitudini», rivela la dottoressa Cucchiarale. Significa aver risparmiato ai pazienti una grossa quantità di antibiotici superflui e aver ridotto del 59 per cento le dosi/spesa per antibiotici.
Come ha ricordato il ministro Lorenzin: «In tanti casi gli antibiotici hanno fatto la differenza tra la vita e la morte, ma se ne facciamo un uso non corretto e stimoliamo la nascita di germi resistenti non potremo più avvalerci di questi strumenti fondamentali per combattere le malattie, con tutte le conseguenze gravissime che ciò comporta». Oms, Unione europea e Stati Uniti d’America lavorano su un fronte comune teso a scongiurare l’allarme lanciato dagli esperti: «Per le infezioni resistenti agli antibiotici, nella sola Gran Bretagna rischiamo 80mila morti in vent’anni».