Un innovativo sistema di diagnosi non invasiva, in grado di restituire, grazie all’impiego dell’AI, un’immagine accurata in 3D della funzionalità delle coronarie, prevenendo così il rischio di infarto.
Le malattie cardiocircolatorie
Le malattie cardiocircolatorie sono tra le principali cause di morte nel mondo. In moltissimi casi però, un corretto piano di prevenzione e di velocità diagnostica può contrastarle, riducendo il rischio di sviluppare ulteriori patologie di gestione ancora più complessa. In particolare, la malattia coronarica o coronaropatia (Coronary Artery Disease, CAD) è un tipo di cardiopatia molto comune che interessa quasi la metà della popolazione adulta.
In Humanitas Cellini è possibile effettuare – tra i primi centri in Italia – l’analisi HeartFlow, un avanzato esame di diagnostica non invasiva in grado di valutare, in poche ore, la riserva funzionale di flusso (FFR), un parametro fondamentale che identifica la quantità di sangue che riesce a superare l’ostruzione presente nelle arterie coronarie, valutando anche la gravità e dunque il rischio infarto. L’analisi HeartFlow sfrutta infatti i dati della TAC per creare un modello 3D a colori che mostra lo stato di salute delle coronarie. Questo esame aiuta i medici a stabilire se il cuore stia ricevendo il sangue di cui ha bisogno per svolgere la sua funzione.
Come funziona l’ HeartFlow?
- A seguito di una TC cardiaca effettuata per individuare la malattia coronarica, se vengono evidenziate ostruzioni alle coronarie, ci si può avvalere di un’analisi HeartFlow.
- Le immagini della TC coronarica effettuata presso la Radiologia Diagnostica di Humanitas Cellini vengono analizzate da HeartFlow.
- Il modello 3D personalizzato HeartFlow fornisce allo specialista informazioni dettagliate che gli servono per comprendere l’entità della malattia.
- Dopo aver interpretato l’analisi, l’équipe di specialisti valuta gli step successivi più indicati per la risoluzione del problema.
HeartFlow rappresenta un vantaggio ulteriore per i pazienti affetti da coronaropatie: perché porta ad una diagnosi estremamente accurata grazie all’AI.
“Oggi, per diagnosticare una malattia coronarica si effettua l’angioTC e, in caso di diagnosi positiva, per valutare la gravità dell’ostruzione si procede alla coronarografia, un esame invasivo che richiede di accedere nelle arterie con cateteri che arrivano fino al cuore”, spiegano la professoressa Patrizia Presbitero, Responsabile del Dipartimento cardiovascolare delle strutture Humanitas di Torino e il dottor Andrea Genovesio, Direttore tecnico di Radiologia e Diagnostica per Immagini di Humanitas Cellini.
“La necessità di intervenire per disostruire la coronaria dipende dalla riduzione del flusso legata all’ostruzione, solo allora si esegue un’angioplastica – palloncino con stent – per aprire il vaso. Infatti, le linee guida della Società Europea di Cardiologia dicono che vi è l’indicazione all’angioplastica solo in presenza di dati che dimostrano un miglioramento del flusso di sangue con il trattamento. Il calcolo della riserva funzionale di flusso (FFR) fornisce i dati necessari sia per valutare il rischio di ischemia, sia per stabilire quando è utile effettuare un’angioplastica con stent. Grazie ad HeartFlow è possibile intervenire prevenendo l’evento ischemico (infarto), senza effettuare esami invasivi”.
L’uso di questa tecnologia consente di arrivare all’intervento di Emodinamica con un’impostazione precisa del trattamento necessario per risolvere l’ostruzione. “Sempre di più con questa tecnologia saremo in grado di individuare meglio i pazienti a rischio di infarto e di curarli precocemente”, concludono la professoressa Presbitero e il dottor Genovesio.