È affidato alla grande esperienza del dottor Franco Cavalot: «Il diabete è una patologia sempre più frequente che riguarda il 6-7 per cento della popolazione con punte del 10-15 per cento tra chi ha oltre 60 anni», spiega. Malattia renale, interessamento dell’occhio, neuropatia, piede diabetico e malattie cardiovascolari sono tra le complicanze con cui lo specialista in Diabetologia si deve confrontare quotidianamente e per le quali si trova spesso a interagire con la Radiologia interventistica e la Chirurgia vascolare.
Un nuovo ambulatorio di Diabetologia per Humanitas Cellini. È quello affidato alla grande esperienza del dottor Franco Cavalot, professionalmente cresciuto presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano, dove già dagli anni ’80 ha concentrato i propri studi e la propria attività clinica sul diabete e su quelle malattie cardiovascolari che ne sono frequente complicanza.
Specializzato prima in Medicina interna e poi in Endocrinologia e Malattie del ricambio, il dottor Cavalot si occupa della cura del diabete e delle sue complicanze: «A cominciare dal piede diabetico – sottolinea -, che si riscontra spesso e per il quale è necessaria una competenza specifica. Gestire il piede diabetico significa occuparsi anche di arteriopatia periferica, cioè dei problemi di circolazione degli arti inferiori che richiedono la collaborazione di Radiologia interventistica e Chirurgia vascolare», due specialità che in Humanitas Cellini contano sulle competenze del dottor Claudio Rabbia e del dottor Farhang Farsi, medici assieme ai quali il dottor Cavalot ha già lavorato negli anni scorsi. «Quella del piede diabetico è una patologia impegnativa sia per la gestione delle lesioni sia per la parte vascolare. Oggi l’approccio endovascolare e quello chirurgico vascolare vero e proprio risultano piuttosto normali, ma vent’anni fa non era così», aggiunge il dottor Cavalot. «Nel campo del diabete – prosegue – mi sono sempre occupato di nefropatia diabetica, la complicanza renale che risulta tra le più comuni di questa malattia». In questo ambito, il dottor Cavalot ha preso parte a un gruppo di studio della SID (Società italiana di Diabetologia) collaborando con i principali professionisti in ambito nazionale e con pubblicazioni su riviste internazionali. Nel complesso ha dalla sua oltre 100 pubblicazioni su riviste indicizzate in lingua inglese sul tema delle complicanze cardiovascolari e renali del diabete.
In Humanitas Cellini, il dottor Cavalot si occuperà di cura del diabete in generale, di malattia renale legata al diabete, neuropatia diabetica, problemi di circolazione agli arti inferiori e piede diabetico. «Il diabete è una malattia che può causare danno in molti organi – sottolinea -. Perciò, per occuparsi del diabete, bisogna prendersi cura dei vari organi interessati dalla malattia. Oltre a quanto già menzionato, altre patologie che ci si trova spesso ad affrontare nel paziente diabetico sono la malattia coronarica e lo scompenso cardiaco». Legato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari rientra anche il trattamento di altre patologie, associate o meno al diabete, quali l’ipertensione arteriosa, che interessa circa il 70 per cento dei diabetici e circa un terzo della popolazione generale, le dislipidemie (le malattie del trasporto del colesterolo e dei grassi nel sangue, causa di aterosclerosi), l’iperuricemia e la gotta.
Seppur con gradi di severità diversi, il diabete è una patologia sempre più frequente. Come mai? «Riguarda il 6-7 per cento della popolazione con punte del 10-15 per cento tra chi ha più di sessant’anni – risponde il dottor Cavalot -. L’aumento dell’incidenza si spiega soprattutto con l’invecchiamento, che condiziona l’aumento di tante patologie oltre al diabete. Il diabete consiste in una disfunzione delle cellule che producono l’insulina, disfunzione più frequente con il passare degli anni. Un ruolo importante nel portare alla disfunzione delle cellule che producono l’insulina lo hanno le abitudini voluttuarie (soprattutto un’alimentazione più abbondante) e la riduzione dell’attività fisica, situazioni che favoriscono la maggiore diffusione dell’obesità, una condizione di resistenza all’insulina sempre più frequente anche in Italia. Tra i fattori che favoriscono la comparsa del diabete c’è anche una predisposizione familiare, spesso accentuata dalle condizioni ambientali».
Ecco perché sono così importanti la prevenzione della malattia e delle complicanze della malattia. «Un’alimentazione corretta, come quantità e qualità, risulta importante nella prevenzione e nella gestione della malattia – spiega il dottor Cavalot -. Senza uno stile di vita ordinato è difficile ottenere buoni risultati nella terapia. Occorre promuovere l’attività fisica ed evitare il fumo, che sia di sigaretta classica o elettronica, perché è proprio tra i fumatori che vediamo i peggiori problemi di circolazione che, specialmente quando associati al diabete, portano a quadri di importante arteriopatia periferica. Il diabetico di per sé corre un rischio 5-10 volte maggiore di quello della popolazione non diabetica di avere problemi di circolazione alle gambe; se a questo si aggiunge il fumo di sigaretta, il rischio si moltiplica ulteriormente».
«Quella del piede diabetico è una sindrome dal quadro complesso – argomenta il dottor Cavalot – che intende le alterazioni del piede legate al diabete. Quest’ultimo conduce a problemi del piede tramite due aspetti principali: la neuropatia (sofferenza dei nervi) e l’arteriopatia (problemi di circolazione)». Il termine “neuropatia diabetica” rappresenta un quadro piuttosto complesso: «Interessa soprattutto la componente della sensibilità che, quando è compromessa, conduce a mancata percezione del dolore (di fatto un meccanismo di difesa), ad alterazioni dell’appoggio plantare e delle aree più suscettibili all’ispessimento della cute, alla formazione di calli, a deformità delle dita e ad altre condizioni che favoriscono la formazione di ulcere. La neuropatia può anche riguardare la componente del sistema simpatico e parasimpatico, responsabili della regolazione della circolazione e della sudorazione: la compromissione di questi sistemi regolatori favorisce il danno e le lesioni della cute. Un’altra componente importante per la comparsa del piede diabetico è quella vascolare – puntualizza il dottor Cavalot -: se non arriva sangue a sufficienza al piede, i tessuti sono poco ossigenati, l’apporto nutritivo è ridotto e quindi i tessuti in periferia ne soffrono». È in questi casi che diventa essenziale l’intervento del Chirurgo vascolare e del Radiologo interventista per risolvere le situazioni critiche.
«Sulle componenti appena menzionate si inserisce il trauma ripetuto (spesso dovuto a calzature inadeguate e a insufficiente protezione) che talvolta porta a formazione di calli e ulcere, sui quali si può inserire l’infezione. Il paziente diabetico ha difese ridotte contro batteri e funghi, specialmente se è poco compensato. L’infezione può diventare il fattore che fa precipitare una situazione già compromessa e può portare a esteso danno dei tessuti fino alla gangrena – ammonisce il dottor Cavalot -. Per evitare danni importanti sono fondamentali le azioni di prevenzione tra cui il buon compenso del diabete, l’astensione dal fumo di sigaretta, la riduzione dei valori di colesterolo, l’impiego di calzature corrette, controlli e misure igieniche adeguati e giornalieri, buona gestione delle callosità, trattamento precoce di eventuali lesioni e ulcere. Quando di manifestano le lesioni è bene intervenire subito con il trattamento antibiotico appropriato, con medicazioni locali e con quanto scaturisce dalle valutazioni multidisciplinari che tengono conto delle condizioni generali del paziente, comprese le differenti complicanze del diabete».
«È molto Importante l’educazione del paziente, intesa come informazione, formazione e capacità di gestione autonoma – conclude il dottor Franco Cavalot -. Situazioni complesse e gravi si possono osservare in persone anziane, sole, con un’igiene insufficiente per scarsa capacità e autonomia legate a condizioni di disagio sociale e assistenziale».