Dalle otiti alle vertigini, dall’ipoacusia fino alla grande sfida degli acufeni, Maurizio Catalani, responsabile di Otorinolaringoiatria II di Humanitas Cellini, racconta quali sono le principali patologie che colpiscono l’orecchio e chi ne soffre.
È curioso e significativo che mentre illustra l’otologia, la parte dell’otorinolaringoiatria che si occupa dello studio dell’orecchio e delle sue patologie, il dottor Maurizio Catalani parli soprattutto di ascolto: «Insegno sempre ai miei giovani allievi a fare counselling. Quando ero giovane non si usava questa parola, ma ascoltare e parlare con il paziente è sempre stato essenziale».
Le patologie dell’orecchio: quali sono le persone più colpite?
Le patologie dell’orecchio, come tutte le malattie di cui si occupa l’otorino, colpiscono persone di tutte età: i bambini, a partire in genere dai tre anni, fino all’età avanzata.
Oggi si riscontrano molte meno otiti croniche rispetto a una volta, come ricorda il dottor Catalani: «Quando ho iniziato a lavorare operavamo molte persone per perforazione del timpano causata da otiti croniche, situazione che è decisamente cambiata nel corso degli ultimi 20-30 anni grazie all’impiego degli antibiotici, a terapie più efficaci e a una maggiore prevenzione da parte dei pazienti». Oggi si curano soprattutto otiti acute prevalentemente catarrali, che interessano l’orecchio medio, e otiti acute che interessano l’orecchio esterno, «per esempio il classico mal di orecchie da bagno in piscina o in mare, da dislivello barometrico in aereo o in montagna, da eczema del condotto uditivo» continua il dottor Catalani.
Non è una malattia, ma i tappi di cerume da rimuovere sono un altro motivo per cui molte persone si recano in ambulatorio, e si tratta senz’altro di una buona abitudine, perché un semplice tappo può causare ipoacusia, vertigini, disequilibrio.
Le vertigini sono un segno clinico, ovvero la manifestazione di un problema che riguarda il labirinto e i canali semicircolari, genericamente riportate sotto il termine di labirintiti: sono sintomi da indagare che possono essere imputati a problemi del circolo, a infezioni, fino ai famosi sassolini, gli otoliti che si spostano dalla loro sede naturale.
Sentire e ascoltare
C’è poi l’ipoacusia, una riduzione dell’udito che colpisce soprattutto le persone anziane perché dipende dal fisiologico invecchiamento dell’orecchio, ma non solo, le cause possono essere tante e coinvolgere anche i più giovani.
Gli acufeni, la percezione soggettiva di un fischio o di un ronzio nell’orecchio determinata dal nervo acustico, sono sempre una sfida. «L’ascolto e il dialogo, fondamentali nella mia professione, lo sono ancora di più dove il problema è di difficile soluzione» spiega il dottor Catalani. L’acufene può essere la punta dell’iceberg, ad esempio se è monolaterale o associato a ipoacusia monolaterale può essere anche sintomo di neurinoma, il tumore benigno del nervo acustico. «Per prima cosa si procede con l’escludere patologie più gravi», continua il dottor Catalani, «dopodiché un paziente che ha un problema che talvolta può sembrare irrisolvibile ha bisogno più degli altri di capire la propria situazione, di rassicurazione, di tempo dedicato, di counselling, di ascolto».